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Aggiornato: 5 maggio 2025


Sarò più a lungo con te.... nelle tristi ore che non ci posso essere. Voglio sapere come hai creduto tu, Rizio, voglio saperlo bene. Sai quanto è che ci penso, e non osavo domandartelo? Rizio è l'amor mio, il conforto, il rifugio e la vita. Perchè mai, uniti in tutte le altre, in una cosa sola siamo come stranieri?

Ti ho supplicato di non far spese, ti ho detto che ho i danari contati! Hai insistito, giurandomi di non avere un centesimo. Ero così umiliato! Hai insistito tanto che te li ho dati. TOMMY fra . Guarda! A quanto ammonta quel conto? Oh poco.... Fai vedere. Ho pregato Tommy, ha fatto lui. Non osavo disturbarti per un'inezia. Fai vedere. Prende il conto e lo legge. A Tommy.

Per la prima volta, non osavo lasciar Lidia sola di fronte a un uomo. A pranzo, ella mangiò con molto appetito, senza accorgersi ch'io toccava appena le vivande e preferivo il vino al cibo. Ero troppo solo, nel mondo, circondato da insidie e da cause non mai stanche di dolore; non avevo amici e mia moglie era un'estranea che poteva diventare una nemica.

Ma in quella che io mendicava al linguaggio degli uomini la parola che rispondesse al sentimento profondo dell'anima, Ortensia fissò lo sguardo sovra di me, e con insistenza così palese, e con espressione di tanta e dolcissima mestizia, che io ne perdetti affatto affatto la rettorica. "Quanto doveva essere felice!" disse ella sospirando. "Chi?" domandai a me stesso e non osavo interrogarla.

Non osavo, confessò la fanciulla, guardando l'amico a occhi socchiusi, tra le lunghe ciglia. Del resto, che cosa poteva importare a lei? Lei non si occupa di queste piccole miserie. Filippo non rispose, ma disse a se medesimo, che infatti egli non poteva e non doveva occuparsi dell'avvenire di Loredana, poichè non voleva toglierla ad Adolfo e sposarsela lui.

Non osai mai provocarla, tanto le scene che ne seguivano mi accasciavano, dandomi una novella prova che Nino Stresa viveva e amava e soffriva solo per i nervi e per i sensi: non osavo provocarla, giacchè, dopo, io era costretta a essere più amorosa che mai, con lui; e, probabilmente, egli esagerava l'ardore di questa gelosia, per ottenerne dei compensi di passione. Detestabile amore!

«La mattina seguente aspettavo ancora. Ed ancora passò l'ora degli arrivi senza che alcuno bussasse alla mia porta. C'era lettera almeno per me? Non osavo domandare. Mi pareva che persino i camerieri dovessero leggermi in volto l'ansiet

Io non osavo d'interromperla, e l'ascoltavo vinto da un senso di maraviglia e di compassione. Una dolce vena di tenerezza mi scaturiva, inattesamente, nel cuore, e me lo inondava tutto. Mi sembrava che quanto di umano, di affettuoso, di carezzevole era fin allora rimasto quasi condensato in ghiaccio nella profondit

"Selvaggio! Selvaggio!" Un'intenzione micidiale era in fondo a quelli impeti, un'intenzione che non osavo confessare a me stesso. Se una volta alfine le contratture dello spasmo, in una di quelle strette, avessero distaccato dalla matrice il germe tenace! Io non consideravo il mortale pericolo a cui esponevo Giuliana. Era evidente che, se un caso simile fosse avvenuto, la vita della madre avrebbe corso un grave rischio. E bene io da prima, nella mia demenza, non pensai se non alla probabilit

Non osavo scrivere, presentarmi in casa Uglio, ricordando come l'ultima volta appunto in cui c'eravamo incontrati, Giorgio avesse finto di non vedermi per sottrarsi all'obbligo del saluto. Quand'ebbi campo d'appartarmi con Ettore Caccianimico, gli spiegai tutto questo, un po' titubante.

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