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Ci guardavamo in silenzio pallidi tutt'e due; io vergognoso d'essere stato sorpreso all'atto di commettere una follia da un uomo che non consideravo più come amico intimo. Sei arrivato stamane? domandò Gian Luigi dopo un istante. Sì, risposi. Non sapevi ch'era ammalata? Sì, ripetei. Perchè sei partito? Dovevo.... Ha sofferto molto?
"Selvaggio! Selvaggio!" Un'intenzione micidiale era in fondo a quelli impeti, un'intenzione che non osavo confessare a me stesso. Se una volta alfine le contratture dello spasmo, in una di quelle strette, avessero distaccato dalla matrice il germe tenace! Io non consideravo il mortale pericolo a cui esponevo Giuliana. Era evidente che, se un caso simile fosse avvenuto, la vita della madre avrebbe corso un grave rischio. E bene io da prima, nella mia demenza, non pensai se non alla probabilit
Il divano con le nostre figure si rifletteva nello specchio dell'armario. Senza guardarci noi potevamo vedere i nostri volti ma non bene distinti perché la luce era scarsa e mobile. Io consideravo fissamente nel fondo vago dello specchio la figura di Giuliana che prendeva a poco a poco nella sua immobilit
E io, davvero, ero della sua opinione. In fondo alla mia nicchia, lo consideravo uno di quegli arnesi di sentina che godono a far patire la gente tribolata, come godevano i carabinieri dell'Andalusia del 1893-94, i quali davano pane e merluzzo ai morenti di sete e nerbate a coloro che desistevano dal correre intorno la stanza giorno e notte!
Mi piaceva poi ch'ella fosse la figlia di sì grande e riverito signore, che l'altezza della condizione riflette sempre un gran lume sull'uomo e sui pregi suoi naturali; ma il saperla caduta da quell'alta condizione, la rendeva assai più venerabile agli occhi miei, le aggiungeva uno straordinario, un ineffabile prestigio. Quel misto di miseria e di splendore, quella giovanile bellezza, precocemente sfiorata dagli affanni, produsse in me tale effetto, che io non tel saprei dir qui a parole; e allora pensavo al mio stato, consideravo come anch'io fossi caduto assai basso per l'inesorabile volont
Vuoi che ti copra meglio? Hai sete? Io consideravo, rabbrividendo: "Se avessi parlato! Se avessi potuto continuare! Sono stato proprio io, con le mie labbra, che ho pronunziato quelle parole? Sono stato proprio io? E se Federico, ripensando, riflettendo, fosse preso da un dubbio? Ho domandato: Sapete voi chi ha ucciso quest'innocente? e null'altro. Ma non avevo io l'aspetto d'un assassino confesso? Ripensando, Federico dovr
Io stavo seduto al capezzale; e la consideravo in silenzio, dolorosamente. Ella non dormiva, forse. Ma l'estrema debolezza le toglieva ogni moto, ogni segno di vita; la faceva sembrare esanime. Considerando il suo funereo pallore di cera, io vedevo ancora quelle macchie di sangue, tutto quel povero sangue sparso che aveva inzuppato i lenzuoli, attraversato i materassi, arrossato le mani del chirurgo. "Chi le render
Io consideravo l'esilit
E io consideravo la vita avvenire, divinata con una specie di chiaroveggenza. Giuliana dava alla luce un maschio, unico erede del nostro antico nome. Il figliuolo non mio cresceva, incolume; usurpava l'amore di mia madre, di mio fratello; era careggiato, adorato a preferenza di Maria e di Natalia, delle mie creature. La forza dell'abitudine quietava i rimorsi in Giuliana, ed ella si abbandonava al suo sentimento materno, senza ritegno. E il figliuolo non mio cresceva protetto da lei, per le cure assidue di lei; si faceva robusto e bello; diveniva capriccioso come un piccolo despota; s'impadroniva della mia casa. Queste visioni a poco a poco si particolarizzavano. Certe rappresentazioni fantastiche assumevano il rilievo e il movimento di una scena reale; e qualche tratto d'una tal vita fittizia s'imprimeva così forte nella mia conscienza da restarvi notato per un certo tempo con tutti i caratteri di una realt
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