Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 5 giugno 2025


Ella pronunziò quest'ultima frase con una voce più sorda, con un accento indefinibile, quasi d'ironia e d'ira. Io non osavo alzare il viso e guardarla. Le sue parole mi davano un'atroce sofferenza; e pure io tremavo quando ella faceva una pausa. Temevo che ad un tratto le mancassero le forze e che ella non potesse più continuare.

Desideravo di vedere il casco di Sofia, ma era coperto dal solito velo di trina, e non osavo farla pregare che se lo togliesse. Le presi il velo per l'orlo colla punta delle dita e spiegando la parola col gesto, le domandai se lo potevo alzare. "Lo alzi pure," mi disse la signora, traducendo la risposta della ragazza. Lo alzai. Dei del cielo, che bianchezza!

eterna legge "Che la fiamma d'amor non duri eterna! "Ma eternamente io porterò nel cuore "La tua dolce memoria! E benedetto "Dirò il giorno, in cui tu, nulla chiedendo "Fuor che carezze, a me, che non osavo "Neppur sperarlo, spalancasti il cielo "Di tue belt

Ella era distesa in una poltrona, tenendo le mani bianche posate lungo i bracciuoli; e la sua attitudine mi ricordò un'altra attitudine: quella della convalescente nel mattino della levata ma dopo l'annunzio. Fu decisa la partenza. Ci preparammo. Una speranza luceva nel profondo della mia anima, e io non osavo mirarla. Il primo ricordo è questo.

Io soltanto non scorgevo nessun avvenire per me. Non osavo fermarmi un momento a riflettere quale avrebbe potuto mai essere, nel caso che mi fossi deciso a rappresentare una parte attiva nella societ

Questa stupida monotonia di giorni non è vita per l'anima mia e per i miei ventisette anni! L'altr'ieri ho passato la Gazzetta di Venezia, dal 14 febbraio ai primi di marzo, guardando i nomi dei morti.... Mio Dio, quale spaventoso presentimento! Non osavo, tremavo: ridevo, alzavo le spalle e me ne andavo... Non ho trovato N.° del 23 e 24 febbraio. Che dubbio! Ma perchè...?

Mai non vorrei raccontar per disteso la sua storia dolorosa e forse non lo potrei neppure. Molte cose non intesi, ed ella soffriva tanto nel dirle che non osavo pregarla di ripeterle. Io stesso soffrivo e preferivo cento volte non intender tutto. Fino ai diciannove anni ell'aveva pensato che la sua imperfezione le togliesse di esser amata.

Quando fui solo, ricordando Raimondo e i nostri anni di collegio, fui tratto a pensare ad Eugenio. Egli si era recato da qualche anno a Roma per perfezionarsi nell'arte del disegno, e vi aveva fama di buon pittore. Gli scrissi una lunga lettera e gli palesai, come la fantasia me lo raffigurava, lo stato dell'anima di Raimondo, i suoi dubbii, le sue ansie. Ma non osai dirgli come io lo credessi tanto mutato da essere fatto insensibile all'affetto; non osai dirgli, e non osavo dirlo a me stesso, come io riputassi affievolita d'assai nel suo cuore quell'amicizia che gi

«Quando venne il cameriere domandai: « È giunta la posta? Non osavo prendere l'argomento di fronte. « Sissignora; è giunta, ma per lei non c'è nulla. «Il cuore mi battè più forte. Non aveva scritto; doveva esser venuto. « Nessuno ha domandato di me? chiesi guardando nel mio piatto. « Nessuno, signora.

Intanto, durante le sedute di posa mi affondavo sempre più in questa fissazione. Un crescente malessere mi invadeva. Non osavo più di scherzare intorno a quel cranio.

Parola Del Giorno

cip

Altri Alla Ricerca