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Aggiornato: 17 giugno 2025


E il mio mantel sdruscito Val le toghe di porpora e di bisso Del popolo quirito!!! Cesare, Carlomagno e Bonaparte Ove siete?... Ove siete?... I volti smorti Spingete, o spettri, sovra queste carte.... Datemi voi l'accento arcano, il verso, Ond'io possa descrivere l'abisso Su cui sta l'Universo!

Color di perla, interminate rive Si seguiran, cristalli inargentati, E piante ignote d'ogni raggio schive, E smorti fiori come addormentati Nell'eterno sopor dolce e fatale, E profumi sottili ed ignorati Senza gli aromi turgidi del male, Senza i poemi intensi del dolore E dei peccati senza l'aureo strale,

Urlava con una specie di esaltazione furibonda, scagliando in ogni senso le sue braccia villose, nere, possenti come quelle di un quadrumane. Aveva nel fianco sopra la cintola, una piaga orrenda. I suoi capelli grigi gli cadevano su la faccia imbestialita dal lungo patire Ma un riso convulso torceva la sua bocca dai labbri smorti. Alcuni si precipitaron su lui; ma egli tutti respinse.

De l'umano passaggio i son corti; Solo n'eterna, e ne mantien virtute; Vivete lieti, e ne i maggior conforti Me rammentate, onde vi vien salute. Sultana a quel parlar sembianti smorti, Occhi avea tenebrosi, e labbra mute, Venuta a men nel duol che la trafisse, Allora Irene in ver Sangario disse: XLV

"Te respinto dagli usci alfin raccoglie Nelle sue braccia e t'offre un cataletto Entro un lettuccio squallido di foglie Pur dianzi cadute a farti il letto. "E ancora, o Madre pia, culli i tuoi morti A un modo istesso e il nome non ne chiedi; Di pratoline e di virgulti smorti A tutti una ghirlanda alfin concedi.

Lancio un raggio di sol negli angiporti, Reco il vivo color de la salute Ai volti de’ tuoi bimbi esili e smorti; Un profumo di fieno, Un cinguettìo di rondini sperdute Nel meriggio sereno. E a la folla che intorno mi respira, In giacchetta, in gonnella, in cenci, in guanti, Che m’urta, che m’assorda, che m’attira, Che passa e non mi guarda, Che si rinnova per le vie sonanti, Affannosa, gagliarda,

Ebbene? Ebbene, tutto ciò, talvolta, non esiste più. Vengono giorni, vengono periodi, in cui non mi piacete punto. lo sguardo vostro, il vostro riso arrivano sino a me; mi sembrano pallidi, smorti, o, forse, io non li sento, sono diventato sordo e cieco alla loro espressione. La vostra persona mi pare quella di un manichino e non la bella forma di una creatura umana.

Soffro ora quel che non soffrivo allora; mi sento mancar l'aria, mi sento imprigionato dentro me stesso; e mi vengono le lagrime agli occhi per quegli anni così smorti, così tristi, per quella, sto per dire, mia anticipata vecchiezza. Soltanto una volta avevo avuto un lampo di coscienza durante il grigio torpore dei primi anni di scuola. Uno dei miei compagni mi aveva chiamato: Mummia! Mummiaccia!

Avete veduto mai la campagna sorridere amorosamente ad un bel raggio di sole, dopo la tempesta? Gli smorti colori si ravvivano, le foglie abbattute si risollevano, e le gocce d'acqua che le avevano flagellate pur dianzi, riposano tranquillamente nelle verdi cavit

Solo qualche volta, mentre aprivano l'uscio adagio adagio, ella, che era venuta in punta di piedi nell'andito, s'affacciava allo spiraglio, e nella penombra della stanza, in fondo all'alcova, vedeva un viso affilato, due occhi smorti, due mani lunghe e scarne che giacevano immobili sulla coperta del letto. Povero Leonardo! Com'era ridotto! Non lo si riconosceva quasi più.

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