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Aggiornato: 13 giugno 2025


Allora lo pregai mi dicesse de’ suoi versi. Corse tosto allo scrittoio, ne levò uno scartafaccio e venne a sedermisi di rimpetto.

Una sfuriata delle solite rispose Giacomo con un'alzata di spalle e passò via in fretta, mentre anche il babbo, ormai rassicurato, lo seguiva e lo accarezzava con uno sguardo amoroso. Come lo avrebbe abbracciato volentieri! Daniele! Taartaruga! Alla voce della signora Maddalena, Daniele si voltò di colpo, traballando: Eccomi! Eccomi! e corse affannosamente fin sull'uscio dello scrittoio.

«Al vedermi allo scrittoio con tante lettere intorno, si fermò alzando il capo ed aprendo la bocca nell'atto di chi si ricorda improvvisamente d'una cosa; poi disse: « A proposito di lettere; ce ne sono molte, che sono venute quando lei non aveva mente ad occuparsene. Vuole che gliele porti?

No, sa ripigliò dopo un momento, interrompendolo per finirla, e per farlo andar via, che voleva chiudere lo scrittoio e risalire in casa. Quel soldato aveva addosso un odore così acuto che le dava alla testa. No, sa, è impossibile. Del resto non dipende da me; se vuol provare domattina con mio marito... ma gi

E ripensandoci, il signor Daniele sorrideva: sorrideva anche in quel fondaco melanconico, davanti all'uscio chiuso dello scrittoio della moglie. Birichina!... Birichina!... Ma... e Giacomo?... Perché Maddalena lo teneva sempre chiuso?... Se Giacomo avesse parlato? Se avesse confessato tutto? Allora ricominciava la paura e colla paura il pentimento.

Oh Teresa, la mia buona Teresa, quanto tempo che non t'ho abbracciata! Ma poi vedendo il suo tutore, che s'era levato dallo scrittoio e gli si avvicinava colle braccia protese, si staccò dalla balia e andò con premura verso di lui. Scusami, caro zio, se il mio primo saluto fu per la Teresa, che mi ha veduto nascere e che mi ha portato tanto in braccio.

No, figliuola mia, ho un piego suggellato da consegnarti e che ho trovato nello scrittoio di tuo padre, subito dopo la sua morte, ma che ti do oggi soltanto, perchè prima d'ora ti avrebbe dato forse una scossa troppo forte. E la mamma, deposto un piego sul tavolino da notte di Emma, escì per nascondere l'emozione che la faceva piangere.

Le pareti erano interamente nascoste da alti scaffali pieni di libri; in fondo, presso la finestra senza tende, che lasciava entrare tutta la luce della strada, lo scrittoio del professore spariva quasi sotto mucchi di fascicoli e di volumi, mentre egli, sempre così ben pettinato, vestito di nero, signorilmente elegante, stava seduto sopra un'antica poltrona in cuoio giallo, a spalliera alta e dritta.

La Cammilla le portava lettere, conti, bollette: essa non guardava nemmeno, appena le faceva cenno col capo di metterle tutta sul banco, nello scrittoio. Continuava a pensare a' suoi casi e a ruminarli nella mente, mentre teneva d'occhio l'uscio di strada aspettando sempre Mauro Piazza.

Ridottosi nella sua camera, e piantati i gomiti sullo scrittoio, masticava, secondo il bisogno, un passo di Tito Livio, o un teorema di geometria; ma queste cose gli conciliavano maledettamente il sonno, e per cacciarlo via, Nicolino mutava registro, scombiccherava un acrostico, o tirava qui un tocco in penna, tutto facce e profili di parrochi.

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