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Veramente cosiffatta osservazione è troppo più antica; e troviamo nelle Storie di TITO LIVIO screditati i Galli, come quelli che costumavano: ridendo frangere fidem.

Evidentemente la cosa non poteva andare diversa nello spirito del Macchiavelli. Quelle scorrerie attraverso la storia di Tito Livio prodotte dalla sua passione per la politica del tempo nella quale era stato battuto, dovevano conchiudere a un'impresa. La sua critica senza metodo scientifico non era che una riflessione circoscritta nei fatti storici e animata dai loro sentimenti. Macchiavelli osservatore artistico della politica e da essa trascinato a diventarvi attore subalterno aveva dovuto naturalmente prendere la propria facolt

L'ipocrisia della virtú e l'ipocrisia del vizio, sono amendue brutte; ma la seconda è piú dannosa. In tutto, niuna etá, niuna nazione, niuna lingua finora, vanta una triade di storici come Cesare, Sallustio e Tito Livio; senza contar Tacito posteriore. Finalmente, superiore a tutti gli antichi, furono i giurisperiti romani.

«Non si può sperare nulla di bene nelle provincie che in questi tempi si veggono corrotte, com'è l'Italia sopra tutte le altre; e ancora la Francia e la Spagna di tale corruzione ritengono parte», ecc. |Machiavello|, Discorsi sopra Tito Livio, libro I, capo 55, e passim, passim, passim su questo gusto. |Alfieri|, sonetto 143.

Era stato scelto a tale scopo un casolare incendiato nella campagna deserta, vicino a un bosco. I contadini rimasti senza tetto si erano rifuggiati altrove. Dietro alcune macchie di alberi i giovani apprendenti stavano in sentinella per dare il segnale convenuto in caso di bisogno, ai capi che si raccoglievano fra le rovine, al lume delle stelle. Ciascuno portava un nome romano, Sallustio, Orazio, Livio, Nerone, e molti di loro non si conoscevano che con questo nome. La parola di passo era: libert

per li Troiani e per la lunga guerra che de l’anella alte spoglie, come Livïo scrive, che non erra, con quella che sentio di colpi doglie per contastare a Ruberto Guiscardo; e l’altra il cui ossame ancor s’accoglie a Ceperan, l

per li Troiani e per la lunga guerra che de l'anella fe' si` alte spoglie, come Livio scrive, che non erra, con quella che sentio di colpi doglie per contastare a Ruberto Guiscardo; e l'altra il cui ossame ancor s'accoglie a Ceperan, la` dove fu bugiardo ciascun Pugliese, e la` da Tagliacozzo, dove sanz'arme vinse il vecchio Alardo;

per li Troiani e per la lunga guerra che de l’anella alte spoglie, come Livïo scrive, che non erra, con quella che sentio di colpi doglie per contastare a Ruberto Guiscardo; e l’altra il cui ossame ancor s’accoglie a Ceperan, l

E tuttavia scrive Livio con la consueta sua magnificenza: «non senza consiglio gli Dei, e gli uomini scelsero cotesto luogo per porvi Roma; quivi colli saluberrimi la circondano, quivi il fiume destro per trasportare agevolmente dalle spiaggie mediterranee le vittuarie, e i cibi marini; prossimo ha il mare per le sue comodit

Ma in Roma non incontra dubbio alcuno l'istorica veritá che prima di Servio Tullo non furono battute monete, e che egli fu il primo a batterle coll'impronto di una pecora; mentre alla testimonianza di Livio, Plinio, Plutarco ed altri non è chi abbia in ciò contradetto, che io sappia.