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L'ipocrisia della virtú e l'ipocrisia del vizio, sono amendue brutte; ma la seconda è piú dannosa. In tutto, niuna etá, niuna nazione, niuna lingua finora, vanta una triade di storici come Cesare, Sallustio e Tito Livio; senza contar Tacito posteriore. Finalmente, superiore a tutti gli antichi, furono i giurisperiti romani.

²⁰⁴ Zeller, V. 3, 734 sg. Che un uomo, come Sallustio, abbia potuto affigliarsi al cenacolo neoplatonico e seguirne le dottrine, ci prova come, sotto alla fioritura di fantastiche superstizioni, le quali poi erano, in fondo, l’espressione del bisogno religioso dell’epoca, esistesse un nucleo di pensiero e di sentimento sano e verace. L’Ellenismo morente non dava solo bagliore di luce torbida come quella che emanava dalla fantasia esaltata di un Giamblico e di un Massimo, ma aveva ancora una forza moralizzatrice, la quale gli conservava il favore e la devozione di molti fra gli uomini migliori e più colti. Non è vero che il meglio della societ

In questo gruppo di filosofi e di amici che erano stati o maestri o compagni di Giuliano e che poi gli si misero al fianco, durante la sua fortunosa carriera, l’uomo più equilibrato e sicuro era Sallustio, il fidato consigliere che gi

Fissati questi punti fondamentali, guardiamo un po’ più da vicino il pensiero di Giuliano. Il suo sistema teologico è contenuto nelle due dissertazioni, intorno al Re Sole la prima, alla Madre degli Dei la seconda. Nella confusa esposizione della dottrina, non è facile determinare la rispettiva competenza di questi due personaggi, i quali, nella loro azione, s’intralciano l’un l’altro. Ma, a tale determinazione, non pensava, certo, nemmeno Giuliano, il quale, come egli stesso ci narra, ha scritto quei trattatelli, di notte, fra mille preoccupazioni di imperatore e di generale, con una ispirazione affrettata, venuta da qualche impressione fuggitiva. Il discorso sul Re Sole è dedicato a Sallustio, e fu scritto in tre notti, col solo aiuto della memoria.

Seguirono nell'ultimo secolo, e i piú negli ultimi anni della repubblica, Lucrezio, Catullo ed altri poeti; Varrone, Sallustio, Cesare ed altri storici e prosatori vari; e principalmente, com'era naturale in quel governo libero, in quelle contese di libertá e di parti, molti uomini di Stato, giureconsulti ed oratori, gli Scevola, i Bruti, i Rufi, Ortensio, Cicerone; oltre poi tutti i grandi capi di parte, che nominammo dai Gracchi fino ad Augusto, i quali non poterono certo diventare tali, se non colla persuasione prima che coll'armi; colla persuasione, che sovente non è retorica, talora non filosofia ragione giustizia, ma sempre si deve dire «eloquenza». Degno, e forse importante, è poi ad osservarsi, che mentre fiorivano tuttavia i piú e migliori di questi, giá erano nati ed educati Tito Livio, Cornelio Nipote, Orazio, Virgilio, Ovidio e tutti insomma gli aurei del secolo detto «aureo» al cader della repubblica.

Nelle letterarie discipline era valente del pari, sebbene dispettasse i poeti. Conosceva il latino e lo scriveva con quella eleganza che potevano ai suoi tempi insegnare i Gesuiti o gli Scolopii. Un suo volgarizzamento di Sallustio aveva fatto andare in brodo di succiole Tommaso Vallauri, e il teologo Margotti non aveva potuto beccarvi per entro nessun farfallone; della qual cosa aveva fatto un gran parlare sull'Armonia. Un suo trattatello Degli elementi dell'arte di governo lo aveva fatto salir in gran rinomanza presso i parrucconi di tutta Italia, e i legittimisti di Francia citavano «le marquis Torre Vivaldi» come uno «des hommes politiques les plus éminents de son temps, qui réunissait un esprit éclairé

Sallustio, non imitator de' greci, di nessuno, fu primo e forse sommo in quel modo stretto e forte, che fu imitato poi, e portato oltre, da Tacito; e se è vero che fosse vizioso uomo alla pratica, egli ha almeno il merito, pur troppo non cercato da' nostri cinquecentisti ed altri moderni, d'esser rimasto virtuoso scrittore.

⁷⁵ Costui era Sallustio. ⁷⁶ Liban. I, 549, 18 sg. Noi dobbiamo tener conto di questi fatti singolari che ci rappresentano Giuliano come uno degli uomini più illuminati, più coscienziosi, più giusti che abbia avuto l’antichit

«Per due mesi l'istruttoria si torturò con quello spietato discorso, che poi si verificò non altro essere che un semplice esercizio di traduzione dal latino in italiano di un'orazione di Catilina tratta dalla Congiura di Catilina di Sallustio (Ilarit

Ma, prima di leggere qualcuna delle vere lettere di Giuliano, diamo un’occhiata a due altri interessanti suoi scritti, che stanno fra la lettera ed il trattato, l’epistola a Temistio, e l’esortazione a Sallustio.