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Qui i piccoli Torquemada degli uomini e dell’arte martoriarono temerarî ed isteriche, visionarî e maliarde, e tagliarono architravi e ruppero colonne, che erano gioielli della migliore architettura dell’epoca aragonese. Dal sommo del prospetto rispondente sul Piano della Marina qui si precipitarono i trasgressori delle leggi della pubblica salute nei giorni paurosi di pestilenza.

Temistio era uno dei più insigni personaggi dell’epoca. Scrittore e retore famoso, egli teneva scuola a Costantinopoli, ebbe il favore di tutti gli imperatori da Costanzo a Teodosio, e sostenne anche l’alto ufficio di prefetto di Costantinopoli. Senz’essere ascritto al cenacolo neoplatonico, egli era un ellenista fervente. Ma, spirito alto e generoso, raccomandava sopratutto la libert

²⁰⁴ Zeller, V. 3, 734 sg. Che un uomo, come Sallustio, abbia potuto affigliarsi al cenacolo neoplatonico e seguirne le dottrine, ci prova come, sotto alla fioritura di fantastiche superstizioni, le quali poi erano, in fondo, l’espressione del bisogno religioso dell’epoca, esistesse un nucleo di pensiero e di sentimento sano e verace. L’Ellenismo morente non dava solo bagliore di luce torbida come quella che emanava dalla fantasia esaltata di un Giamblico e di un Massimo, ma aveva ancora una forza moralizzatrice, la quale gli conservava il favore e la devozione di molti fra gli uomini migliori e più colti. Non è vero che il meglio della societ

Ateneo ha potuto dire: «Parecchi personaggi che hanno preso parte alla cosa pubblica, hanno parlato di cortigiane, gli uni biasimandole, gli altri facendone gli elogiNon era vergogna per un cittadino, per quanto altolocato fosse sia per nascita, che per evoluzione, di frequentare le cortigiane, anche prima dell’epoca di Pericle, durante la quale questa specie di donne regnò, in qualche sorta, sulla Grecia.

Tutti gli scrittori dell’epoca sono d’accordo nel constatare la profonda degradazione dello stato sociale e tutti ne attribuivano la causa all’incontinenza che aveva preso gigantesche proporzioni. Nelle provincie i signori facevano bella mostra di tutti i loro vizii, non conservando alcun pudore.

Due querci, simili a monumenti titanici dell’epoca favolosa, componevano una porta di trionfo alta duecento piedi. Il sole illustrava di candori argentei le scorze centenarie; e di l

Le mercantesse di Parigi erano tanto galanti e non meno viziose delle grandi dame, e del pari interessate. Spesso però si riscontrava in fra loro una squisita delicatezza di sentimenti, quando il cuore non era stato corrotto dal libertinaggio. Un’altra piaga dell’epoca era il servidorame dei grandi, che in pubblico commetteva violenze, ed ingiuriava le donne oneste o disoneste che fossero.