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Un pomeriggio, mentre il pittore tornava dal lavoro, col suo cavalletto, il povero si alzò e gli disse: Verrebbe un momento con me? E perchè no. Il povero s'avviò verso Porta Angelica, dicendo le cose più amabili al giovane, e poi lo introdusse in una porta di misera apparenza, passata la quale, il pittore si trovò in un quartiere assai signorilmente arredato.

Le pareti erano interamente nascoste da alti scaffali pieni di libri; in fondo, presso la finestra senza tende, che lasciava entrare tutta la luce della strada, lo scrittoio del professore spariva quasi sotto mucchi di fascicoli e di volumi, mentre egli, sempre così ben pettinato, vestito di nero, signorilmente elegante, stava seduto sopra un'antica poltrona in cuoio giallo, a spalliera alta e dritta.

Ariberti avrebbe desiderato di poter rimanere nell'atrio del teatro, per aspettare Giselda all'uscita. Ma come fare? Aveva ordinate signorilmente le cose, e una vettura di piazza, attendeva le dame, che per tal modo avrebbero potuto andare a casa da sole, o tutt'al più accompagnate dal personaggio di cui sopra.

Egli aveva trentamila lire di rendita e il suo patrimonio, quando morì, era considerevolmente aumentato, poichè egli aveva trovato il modo di vivere signorilmente, senza spendere neppure un quinto.... che dico!... neppure un ottavo delle sue rendite.

Torniamo al fatto. La storia di Giselda era semplice e poteva compendiarsi in poche parole. Figlia ad un colonnello dell'esercito austriaco, non ricco, e morto da molti anni, la giovinetta era stata educata signorilmente. Era piaciuta ad un giovine di Pest, figlio del padrone della casa in cui la fanciulla e la madre abitavano.

Un uomo non ancora di cinquant'anni passeggia la sala pensieroso, e colle braccia incrociate sul petto, come faceva una volta Napoleone I, e come fanno adesso gli staffieri che siedono sulla serpe accanto ai cocchieri. Dopo alcune giravolte, si lascia cadere in una poltrona di velluto bleu, e il suo volto si fa torbido e sereno a vicenda. Il timore e la speranza, lo sconforto e la gioja vi si dipingono alternamente, come sul volto di un negoziante che abbia in mare una nave carica di ricche merci, e che ora la veda sommergersi, ed ora entrare in porto. Quest'uomo è vestito signorilmente, ma d'una moda un poco stantía, senza studio di eleganze, alla maniera delle persone attempate e sode. Egli si chiama il signor Fabio, gode la bella riputazione di galantuomo, e la rendita non meno bella di sessantamila lire annuali e sicure. Adesso egli sta operando un colpo che deve triplicare la detta sua rendita, e collocarlo fra i più ricchi del paese. Il signor Fabio è di un carattere austero, di princìpi illiberali e contrari al progresso, e soprattutto scrupoloso sull'articolo della morale civile e religiosa. Egli legge soltanto certi giornali di un certo colore, che hanno pochissimi associati, e tuttavia fanno vivere lautamente i loro redattori. Nelle alte regioni della societ

Non ebber tempo di vedere la cima del colle sul quale era posta la capanna, che un giovane uomo abbigliato signorilmente, decorato della insegna della Legione d'onore, si era precipitato verso i due che salivano contemporaneamente, abbracciando insieme e la donna e il fanciullo: avrebbe voluto recarsi in braccio l'uno e l'altra, Preso il ragazzo colla sinistra, e colla destra sorreggendo la cara met

Figlio d'un negoziante di pannilani che, a un certo punto della carriera commerciale, si era trovato aver messa insieme una somma ragguardevole di denaro, era stato assai signorilmente educato, e messo allo studio di Padova per impararvi giurisprudenza, ove il lettore di diritto, il quale, oltre ad essere versatissimo nella sua scienza, era un conoscitore molto esperto delle facolt

Un'altra notte il dottor Cowles notificava alla polizia che in un vasto fabbricato, al N. 98 Mott Street, vi erano due appartamenti che servivano da ridotti pei fumatori d'oppio. Erano tenuti da chinesi, rimanevano chiusi tutto il giorno e si aprivano alle sette di sera. Nelle ore tarde vi entravano donne giovani, signorilmente vestite, e molti chinesi. La cosa continuava gi

Il nero vestito signorilmente, col turbante bianco e col caffettano celeste, gli depose ai piedi un vaso di latte, una cesta di aranci e un piatto di cuscussù; l'arabo, d'aspetto povero, vestito della sola cappa, gli mise dinanzi un montone. Compiuto quest'atto, si scambiarono uno sguardo fulmineo. Erano due nemici mortali.