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Aggiornato: 3 giugno 2025
Il momento era solenne. Un'imprudenza sarebbe pur bastata a rovinarlo: e nel suo cuore di vedovo, nel suo mondano cuore non sufficientemente preparato al sacrifizio, tumultuavano le memorie degli anni trascorsi, della famiglia antica, degli antichi affetti. Levò di tasca la grande pezzuola a scacchi e si asciugò la fronte calva.
Invece delle buffate d'aria fresca che non venivano, nè potevano venire, perchè il nostro vagone era l'ultimo e aveva le aperture in faccia a due altri, fummo obbligati a incominciare una lotta disperata contro l'usciuolo dell'inferriata a scacchi, che si chiudeva e minacciava di soffocarci a ogni scossa. Signori carabinieri, facciano il piacere di fermarci l'usciuolo!
I domestici mi fanno soggezione vestiti come l'altra gente. Oh, a me no. Gaspare m'è entrato in camera stamattina vestito di un tout-de-même, a scacchi, del mio spoglio dell'anno passato.... e colle scarpe gialle. Eppure.... L'hai veduto? Non ci ho badato. Pareva un gentleman. Sbarbato com'è.... Non gli manca nulla.
Gli stessi giuochi leciti, consentiti da Re e da Vicerè, compreso il Caracciolo, eran tutt’altro che innocui, e bisognerebbe sapere che cosa ci fosse sotto, se gli scacchi, stati introdotti dal Fogliani, destavano tanto entusiasmo nelle conversazioni nobili e civili, come non sarebbe inutile ricercare perchè infiniti proseliti contassero i tarocchi, fatti conoscere dal Vicerè Gaetani di Sermoneta.
In questi ultimi anni povero, abbandonato da tutti, deriso, pazzo, camminava per le vie di New-York facendo sui marmi del lastricato tutti i movimenti degli scacchi, ora saltando come un cavallo, ora correndo dritto come una torre, ora girando di qua, di l
Il marchese Antoniotto lo vedeva di buon occhio, come il solo dei suoi giovani visitatori che si adattasse di buon grado alle sue tiranniche voglie di controversia politica. Sicuro; Aloise ragionava di politica, lasciandosi mettere colle spalle al muro al finire d'ogni disputa; inoltre giuocava a scacchi, e pigliava sempre scacco matto.
Intanto permettete ch'io vi stringa la mano, riprese l'altro; mi chiamo sir Giorgio Anderssen. Posso offrirvi un'avana? Grazie, no; il fumo mi fa male. Allora l'americano, gettando lo zigaro che teneva fra le labbra, tornò a dimandare: Posso proporvi una partita al bigliardo? Non conosco quel giuoco; vi ringrazio, signore. Posso proporvi una partita agli scacchi?
Non è scomparsa la neve che ci son le violette; le violette cedono il posto al fiordaliso e al papavero; questi all'uva, l'uva alle castagne, le castagne alle nebbie e al freddo. E alle partite a scacchi.... aggiunse l'amico con intenzione. Anche confermò l'altro, arrossendo un poco. Si ricorda ancora la piccola Flora di me? Piccola.... Tu vedrai che donnone s'è fatta.
E poi che le parole sue restaro, non altrimenti ferro disfavilla che bolle, come i cerchi sfavillaro. L’incendio suo seguiva ogne scintilla; ed eran tante, che ’l numero loro più che ’l doppiar de li scacchi s’inmilla. Io sentiva osannar di coro in coro al punto fisso che li tiene a li ubi, e terr
Sidi-Misfiui, mi fu detto poi, ha tra i Mori la fama di gran dotto, fu maestro del Sultano regnante, ed è, come gli si legge nel viso, un mussulmano fanatico. Sidi-Bargas gode la riputazione più amabile di gran giocatore di scacchi.
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