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Aggiornato: 27 maggio 2025


Durante questa conversazione, Antonio aveva suonato la cassa armonica davanti l'osteria, e raccolto le offerte nella sala del baccano. Ora si avanzava, per fare altrettanto nella camera dove stavano coloro, e pochi altri individui ad una tavola separata. Oh oh! chi vedo! esclamò Tribolo. Il nostro caro Antonio si è fatto suonatore di non so che? Eravate dunque voi che strimpellava fuori? Me ne consolo infinitamente. Animo, bevete questo bicchiere di vino, e poi vi farò la mia offerta abbondante. Antonio, corto di vista com'era, gli aveva sporto il piattello senza ravvisarlo, ma appena lo riconobbe, scappò via sdegnosamente, ricusando il vino ed il danaro, e lasciandolo col compagno ad interpretare il motivo del suo rifiuto. Questo incidente disturbò alquanto la loro allegria, e sparse dei dubbj sulla certezza del loro trionfo. È strano davvero il contegno di Antonio, diceva Tribolo con una certa inquietudine. Ricusare un regalo prezioso, un bicchiere di vino squisito, egli che non ne beve mai di nessuna sorta! Che ragione può avere per usarmi ora questo dispregio, mentre è sempre stato umile e garbato con me, ed ha gradito infinitamente i miei bicchierini di rosolio? Che avesse scoperto il nostro secreto? Che Cecilia si fosse lasciata indovinare? No, no, è più probabile che essa gli abbia parlato dei due talleri, di cui ho finto di volere quanto prima la restituzione. Scommetterei che il fatto sta appunto così. Il vecchio mi terr

Il guardiano dei cappuccini di Sapri mi ha mandato due casse contenenti camangiari, limoni, aranci, salagioni, qualche libbra di tabacco da fumare e da fiutare, un po' di tela, altri piccoli doni, zucchero, rosolio, caffè. Io ho scritto pel guardiano qualche predica che egli ha recitate nel suo quaresimale a Policastro, con grande soddisfazione di monsignor Laudisio, innanzi a lui ed al suo seminario. Io aveva rifiutato un compenso in denari da quel povero religioso; e si redense con quei regali. In ogni caso se coloro, che asseriscono adesso che le casse contenevano delle armi, ebbero questo sospetto allora, perchè nol parteciparono alle autorit

²³ Mmiscu, era ed è un liquore a base di rosolio, alcol e erbe aromatiche. Petrafènnula, dolce duro, composto di cedro tritato, cotto nel miele e condito con aromi. Zammù, anice, fumetto. Torniamo ora un poco indietro nel calendario per sorprendere la maggior solennit

Guardi: non sono fragole, ma bombe... E siccome bisognava coglier l'occasione col suo gambo: Provi le disse supponga di assaggiare il mio cuore. Era un primo passo verso quella grande dichiarazione, che da un anno a questa parte non aveva ancora trovata la sua formola. Buonissima, squisitissima... disse Flora colle labbra ancor dolci di quel rosolio. Che cosa? la fragola o il cuore?

Il prete ricominciò a smarrirsi, ma obbedì; e docile si pose a sedere sull'angolo dello scanno; un garzoncello portò il rosolio che avevano comandato; e Rocco, con aria di complimento, ne presentò un bicchierino al prete, il quale non seppe dir di no, e bevve, quantunque gli somigliasse veleno. Animo, signor canonico, gliel'ho pur detto; noi le vogliamo bene, e ci lasceremo amiconi.

Aveva veduto il salotto pieno di fiori, i tavolini pieni di dolci, di bottiglie: aveva veduto due signori che scherzavano galantemente, e in quell'attimo aveva pur sentita anche la voce di quello dei due più vicino a Nora, e che le offriva un bicchierino di rosolio: una vocetta alta e tremula...: Non mi dica di no, signorina Eleonora!... Non mi dica di no!... poi l'uscio si era richiuso: tutto era sparito.

A poco a poco il contino Bollati spesseggiò le sue gite a Oriago sino a venirci ogni giorno; ci veniva solo nella più modesta carrettina della rimessa, tirata dai più modesto cavallo della scuderia, un cavallo che sarebbe andato da e che lo stesso Leonardo si fidava di guidare. La vispa Rosetta, appena il suo nobile avventore entrava nel caffè, gli moveva incontro ufficiosa, gli dava del lustrissimo, dell'Eccellenza, gli domandava notizie della sua preziosa salute e gli portava con le sue mani il solito bicchierino. Allora, se non c'era nessuno, egli se la faceva sedere accanto e mesceva il rosolio anche a lei e la supplicava di non farlo sospirar altro, chè aveva gi

Anna fu candida testimone. Introduceva i visitatori, tendeva il tappeto su la tavola, e a mezzo della veglia portava i bicchierini pieni d’un rosolio verdognolo composto dalle monache con droghe speciali.

Voi avete recato sulle mense delle gelatine confortanti, delle pesche col rosolio, delle ciambelle leggermente pepate; io dei salsicciotti saturi di grosso sale, delle polpette ripiene di senape e di droghe mordenti. Il fatto rappresenta una antitesi, ma esso deriva da una identica convinzione.

La ragione era questa. Leonardo aveva riappiccato con molto maggior fortuna di un tempo le sue relazioni con la Rosetta, quella Rosetta nipote del gastaldo ch'era andata sposa a Menico caffettiere. Ell'era maritata ormai da più anni, durante i quali il conte Leonardo non l'aveva vista, si può dire, che alla sfuggita, giacchè serbava ancora memoria delle busse avute per causa di lei e non voleva rischiar di pigliarne dell'altre. Ma quel soggiorno forzato di parecchi mesi in campagna gli aveva messo addosso di nuovo il solletico, ed egli aveva spinto ripetutamente le sue peregrinazioni fino ad Oriago a prendervi un bicchierino di rosolio dalla bella caffettiera. Infatti Rosetta era più bella che mai, d'una bellezza sensuale, lasciva, con un paio d'occhioni neri che mandavano fiamme e certe rotondit

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