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Aggiornato: 19 giugno 2025


L'11 di giugno nelle ore pomeridiane il battaglione comandato dal valoroso capitano Golinelli sostenuto dalla Legione romana volle con supremo ardimento tentare di sloggiare il nemico dalla Villa: con slancio da veterani i bravi studenti si precipitarono impavidi all'attacco, sostenendo un accanito combattimento per più ore, ma la grandine delle palle nemiche alfine ne arresta lo slancio, balenano i bravi giovani, cadono numerosi e sono obbligati a ritirarsi; ultimi a farlo furono i fratelli Francesco ed Alessandro Archibugi di Ancona, che combattendo da veri eroi caddero entrambi mortalmente feriti; rimasti sul campo, vennero fatti prigionieri e condotti a Civitavecchia ove vi lasciarono la vita.

Alla Repubblica Romana non restava adunque più che difendere ad oltranza, se non la vita che era preda designata alla forza del numero, l'onore che non poteva essere da alcuno calpestato impunemente, e che sarebbe salito tanto più alto quanto più fosse stato inaffiato di sangue. E la difesa di Roma fu degna dei suoi giorni migliori, al tempo dei consoli e dei Cesari.

Anastasio, scrittor di due secoli appresso, dice aver veduto esso tuttavia lo scritto; e compresevi Ravenna, Rimini, Pesaro, Fano, Cesena, Sinigaglia, Iesi, Forlimpopoli, Forlí, Castel Sussubio, Montefeltro, Acerraggio, Monte Lucaro, Serra, Castel San Mariano, Bobro, Urbino, Cagli, Luceolo, Gubbio, Comacchio e Narni; non Roma, come si vede, la quale reggevasi di nome sotto l'imperador tuttavia, di fatto da sotto al papa e sotto al re franco patrizio, ed affettando il nome ambiguo di «repubblica romana». E morí poco appresso Astolfo, perdute le conquiste, lasciato tributario, ma tuttavia intiero ne' limiti antichi, il regno longobardo . Successe Desiderio, duca, come si crede, di Brescia, che il dovea perdere intiero.

Fanciulle siffatte sono rare a Milano. Non tanto quanto si potrebbe credere, ma rare. Certo, e forse a ragione, si dice che un'Eulalia romana, al giorno d'oggi, non sia più possibile. Pure la Elisa era proprio della stoffa di Eulalia romana.

Oggi però, anche questa barbarie è scomparsa; venne tolta di mezzo, a quanto mi si disse, nel primo anno dal pontificato liberale di Pio IX. L'ebreo convertito, acquistava come di diritto la cittadinanza romana, con tutti i vantaggi che sono a questa inerenti.

Non è nostro scopo esporre la storia della Chiesa romana, però lasciamo dormire in pace quattro Pontefici che non fecero dire bene male: non favelleremo di Origene peregrino intelletto ma balzano da tre, di Pelagio predicatore del libero arbitrio contro la necessit

Tal su dorato seggio in se romita Altieramente i suoi pensier consiglia, E del risco mortal nulla smarrita A gran pittura ella volgea le ciglia: Ivi è, che larga de la nobil vita La terra con acciar facea vermiglia La Romana Lucrezia, e per diletto D'alta onest

Orazio aveva servito con onore la Repubblica romana. Ancora inerbe, egli fu tra i primi che nel glorioso 30 d'aprile caricarono e fugarono gli stranieri invasori. A Palestrina riportò onorevole ferita di palla alla fronte. A Velletri, dopo aver freddato un ufficiale di cavalleria napoletano col suo archibugio, lo spogliò delle armi e le portò in trionfo a Roma.

Questo urlo terribile, di una folla briaca di sangue, penetrava nel corridoio e giungeva alle orecchie di Ramsette e degli altri. Era la folla romana, la dominatrice del mondo, la plebe imperiale, che chiedeva sangue e voleva vittime. Altre vittime ed altre ancora andavano a pascerne la morbosa crudelt

Quando all'anno 774 Carlomagno giovane di trentadue anni ebbe spogliati i re longobardi, egli regnava su tutta Francia, tra' Pirenei, il Reno e le Alpi; su Baviera, Svevia e Turingia; e sull'intiero regno longobardo, meno il ducato di Benevento titubante nell'obbedienza. Sul papa, su Roma e sulle cittá date alla Chiesa romana, dominava come patrizio e donatore.

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