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Tra i più riottosi Ramsette. Egli si trova l

Ramsette urla pur lui, bestemmia, grida, aizza i compagni: Se la nave resiste alla procella, mettete fine alla vostra esistenza. Il mare vi attende; stende a voi ancora le braccia. Gettatevi tra quelle!

Gli rimase vicino e cercò di convincerlo della bellezza del cristianesimo e dell'amore di Gesù, ma invano. Ramsette non voleva accettare la lieta novella e si ribellava a quella dottrina, che predicava l'amore ed insegnava il perdono.... Il viaggio fu molto lungo e doloroso; ma egli non morì; arrivò ad Ostia, venne sbarcato e, caricato di ceppi, fu condotto a Roma.

Dimenticò per un'istante la propria sete, il suo sfinimento, e si rizzò fiero, maestoso, sul suo cavallo. Io! Il principe Ramsette! Ma poi ricadde nell'antica prostrazione; la persona si curvò ed egli dovette con ambo le braccia afferrare il collo del fido cavallo e stringersi a quello, per non stramazzare al suolo.

Gl'incendiari di Roma! Gli schiavi guardavano ammirati quegli audaci, che avevano osato appiccare l'incendio alla capitale del mondo e Ramsette si fece loro giulivo incontro, tese loro le mani incatenate e inneggiò agli audaci. Quelli erano uomini. Aver osato mettere l'accetta alla radice, e dare fuoco alla citt

Il mio dio serpente non ha saputo difendere la mia tribù se stesso e venne perciò giustamente schiacciato da un soldato romano, disse Ramsette con una sghignazzata amara. Fratello..... incominciò l'altro con dolcezza, Io, un principe, non sono il fratello di uno schiavo! urlò Ramsette. L'altro non si perdette di pazienza.

Sono principe! La pazienza è la virtù dello schiavo. Di un animo nobile. Egli, abbandonò, per nostro amore, il suo trono, e non solo volle spontaneamente, da nessuno costretto e soltanto per eccesso di amore, diventare schiavo, ma volle morire financo la morte degli schiavi. Un pazzo, urlò Ramsette. Dio. Il figlio di Dio!

La sua ultima vittoria, perchè i vinti avevano implorato l'aiuto dei potenti ed odiati romani, ed il proconsole aveva avocato a la causa ed osato citare lui, un principe, lui, Ramsette, al proprio tribunale. Aveva risposto: Un libero principe non può venir giudicato da nessuno! ed aveva invitato il proconsole al proprio tribunale.

Questo urlo terribile, di una folla briaca di sangue, penetrava nel corridoio e giungeva alle orecchie di Ramsette e degli altri. Era la folla romana, la dominatrice del mondo, la plebe imperiale, che chiedeva sangue e voleva vittime. Altre vittime ed altre ancora andavano a pascerne la morbosa crudelt