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Aggiornato: 1 giugno 2025


Ella ha certamente molto veduto e molto osservato; soggiunse il Ferrero, dandogli accortamente la soia; ricevimenti di corte, passatempi di strada, segreti di boudoir, occhiate tra le quinte del palcoscenico, chiacchiere di foyer, insomma, tutto ciò che forma la vita di quella capitale affascinante; ecco quello che potrebbe descrivere.

Ella, del resto, non ha ancora guadagnato il privilegio di fare a modo suo. Che cosa intendereste di dire? Solamente questo, che la gaia vita delle feste e dei ricevimenti, con tutti i pericoli che ne derivano, si può e si deve rimandarla ad altro tempo; a quel giorno, che arriva pur troppo, e per tutte, in cui le ebbrezze son dissipate, ma almeno la famiglia è assicurata.

La spiegazione domestica, per altro, non poteva farsi troppo aspettare; e venne infatti, dopo una diecina di giorni. Più lente a venire furono le conseguenze di quella spiegazione. Anche più lente le avrebbe volute il marchese Antoniotto; per togliere ogni appiglio a sospetti, a ciarle di scioperati, consigliava di non chiuder l'uscio ai piccoli ricevimenti, e di far buona cera alle visite. Ma sarebbero state ipocrisie; la marchesa Ginevra non ne volle sapere. Così venne la necessit

E seguitò a starsene vicino a lei sotto gli aranci, ad ascoltare il suo cicaleccio, a sostenere il fuoco dei suoi occhi, a sentire il tiepido contatto del suo corpo, quando gli s'abbandonava sul braccio, come se lei non fosse fatta di carne, e lui neppure. Affettò d'adattarsi a' suoi capricci per semplice e pura cortesia, lasciando anzi trapelare la noia che gli arrecava una tal cosa, e gongolava all'idea della rabbia ch'essa doveva provare a una condotta simile. La sera sedevano al fresco, sul sedile di legno tra i lilla del giardino: lui le parlava del marito, con una vena inesauribile; lei affettava un'aria distratta, sfogliava de' fiori. A un tratto alzava la testolina bionda, con un movimento tutto proprio, e gli rompeva le parole in bocca; cominciava a parlar d'un mondo di cose: era un vicino che metteva in canzonella; una storiella scandalosa che spiatellava con parole un po' libere, col solito risolino rapido e squillante; o sferzava spiritosamente una signora, sua intima amica; o cinguettava di mode, di balli, di teatri, di ricevimenti; o faceva progetti per il carnevale venturo; mescolando a tutto ciò osservazioni curiose, trovando frizzi per tutti, ma non più per il cavaliere. Ciò quando non raccontava le sue contrariet

Nora diventò rossa. I servitori potevano aver inteso, ed anche Evelina e quel prete antipatico di Pietro Laner! Rimase un po' sconcertata, confusa, ma poi il suo ardire, il buon umore di quel giorno, ebbero il sopravvento, e volle prendersi a sua volta la rivincita: sapeva quanto suo marito tenesse alle forme, all'etichetta, ai ricevimenti ufficiali, e lei di colpo, appena cominciate le presentazioni, corse giù dalla gradinata, corse incontro al Ministro, che aveva gi

Il duca era morto da alcuni mesi, e la principessa non avea ancora dismesso il più stretto lutto. Nominata fra le elegantissime e bellissime dame di Napoli, essa era desiderata indarno ne' ricevimenti più signorili, agli spettacoli, cui era assidua per lo innanzi, e ne' quali la sua bellezza riceveva tante e ardenti ammirazioni, che a lei piacevano.

Magnifico, magnifico disse Giorgianni, Quando vi furono arrivati. Questo è buono per grandi ricevimenti. Date feste? Ne davamo. Capisco; ora gli affari, la politica v'impediscono di veder troppa gente, ma il salone è bellissimo. E questo salotto, che gusto squisito! Sei stata tu, Emma, a scegliere? No, è stato Guido.

Nel tempo che vi soggiornò il re Amedeo, una gran parte dell'immenso edifizio rimase vuota. La camera da letto dava in un lungo corridoio che conduceva alle due stanzine dei principi, accanto alle quali era l'appartamento della Regina, che non voleva scostarsi mai dai suoi figliuoli. V'era poi un salone pei ricevimenti.

XV, p. 143. L’osservazione non poteva essere più giusta, ma peggio seguita. Il lusso c’era; e sempre e quando occasioni nuove od eccezionali sorgevano, diventava più che pericoloso, specialmente se pei ricevimenti di persone straniere d’alta levatura si destasse una gara tra i riceventi.

L'inverno fu singolarmente crudo e lungo quell'anno, a Venezia; nevicò più volte e nei giorni sereni una gelida bora soffiò con violenza. Molte famiglie abbandonarono la campagna innanzi tempo e iniziarono la stagione dei ricevimenti e delle feste prima dell'usato; a met

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