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Aggiornato: 18 giugno 2025
"Chi è che mi insegna come si fa a guadagnar danaro?" pensava avviandosi senza saper dove. Domani se non pesco danaro non potrò neppur tornar qui a far colazione. Gli amici li ho gi
Solo, a piedi, di notte, Partì senza un quattrino, E colle scarpe rotte Un giorno entrò in Torino Sclamando: «qui ho voluto Venire, ed ho potuto; Volendolo, mi pare, Ora potrò mangiare.» Infatti, appena scorta L'insegna di un trattore, Maso varcò la porta Con passo da signore; Sedette, fu servito, E sazio l'appetito, Pensò: volevo un pranzo, L'ottenni, e n'ho d'avanzo.
Afferrò l'involto; con mano tremante lo aperse; guardò i biglietti, li contò rapidamente; poi, in uno slancio subitaneo, si buttò ai piedi di Lucia esclamando nelle lagrime: «Grazie! grazie!... il povero Cecchino ha pregato per me!... mi ha mandato un angelo del Signore!.. Grazie! grazie!.. Adesso potrò essere accettata in convento!.. Ci volevano cinquecento lire; ci sono!
FR. A questo bisognerebbe un uomo più dotto che non sono io, e richiederebbesi non un breve andare a spasso, ma un lungo sedere; nondimeno in qualunque modo io potrò non ti son per mancare; perciocchè, come sarebbe egli mai possibile che io non ubbidissi ad uno che di gi
CLERIA. In me non fu bellezza giamai, e se pur ve n'è qualche segno, vien dalla reverberazion della luce che senza pari è in voi. Onde oggi io vi fo dono di me stessa, e se il presente è troppo basso, accompagnato dall'affetto dell'anima mia, merita che sia accettato e gradito da voi. ESSANDRO. O dolce oggetto degli occhi miei, come io potrò ringraziarvi del ricco presente che voi mi fate?
Sempre... sempre potrò... potrò parlare balbettò Daniele con parole strozzate che gli uscivano dalla gola come singhiozzi sempre... sempre quando si tratta di mio figlio... di... del... del mio sangue. Maddalena si alzò di colpo; non si reggeva più; non poteva più star ferma. Signor Mauro. Comandi?
PSEUDONIMO. Io non so se tanto debbo vergognarmi delle cose passate quanto rallegrarmi delle cose presenti. Ma come potrò mai sciorme di tanto obligo dove oggi m'avete posto? Io me ne vo con un monte d'obligo sopra le spalle, pregandovi mi porga occasione di tormelo da dosso; mi parto.
Sono sintomi gravi, cari colleghi. Tutta la cultura italiana è viziata, attossicata. E dunque, non vi rincresca, se pure avete a cuore le sorti della nostra patria, di studiare anche voi il male, di aiutare la mia ricerca. Io potrò sbagliare la diagnosi, i rimedî che suggerirò potranno sembrare inefficaci o inopportuni. Confutatemi, e riconoscerò volentieri l'error mio. Ma non cadiamo, per carit
«Non potrò esser sua, lo so. Vedo troppo bene l'abisso che ci divide. Nè egli oserebbe chiedermi un'elemosina, nè io oserei oggi umiliarlo colla mia carit
Indi prendendo la mano della duchessa, e stringendogliela convulsamente, con voce concitata, tremante: Se sapeste ciò ch'io penso, donna Livia, vi farei paura!... Mia sorella... donna Maria.... Ebbene? Io la odio! Vorrei vederla infelice! Ah che anche vivendo non potrò salvarmi, la mia anima è perduta!... A che vivere dunque?
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