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Se tu hai dell'oro vecchio, dell'argento, ma meglio oro, portalo qua e io ti potrò fare l'imprestito; così faccio qualche volta; oro e argento; oppure orologi; ma tu non hai sicuramente una partita d'orologi da sbarazzare; tu non sei un collezionista. Lasciò vagare sulle labbra un sorrisetto, ma lo cancellò subito. È vero, rispose Giusto, io non sono un collezionista d'orologi.

Mai, egli rispose, non potrò mai vedervi di un altro. Avete ragione, madamigella; sposate il marchese, egli forse vi sapr

Faceva un gran caldo. Aprimmo il balcone; ci sedemmo l'uno accanto all'altro tenendoci per mano, e guardando, giù nella via, le signore che andavano al teatro Manzoni a piedi ed a capo scoperto per pigliare il fresco. Eravamo sereni ed ilari come due fanciulli. Io gli dissi: « Ecco, io non potrò mai andare a teatro con voi. Eppure sarei tanto felice se lo potessi.

Oh, ne ho qui di molto più cari, e cercherò di vederli quanto più spesso potrò aveva risposto l'ingegnere Arconti stringendo la mano della giovinetta. Non ostante la sua promessa, Roberto non aveva trovato il momento di far una corsa a Valduria. Erano giunte bensì parecchie imbasciate sue coi suoi saluti e con le sue scuse.

FILASTORGO. Oimè Lampridio, oimè figliuolo mio caro, quanto piú desiava vederti meno ti potrò vedere; a tempo ch'io pensava goder teco questo poco di vita che mi avanza, violenta morte me ti trarrá da queste mani. O Laudomia moglie cara, quanto felice fu la tua morte passata per non trovarti a questo dolor presente!

LÚCIA. Io sono, in queste cose, nata troppo infelice e disgraziata. E però mi risolvo sempre mai, quanto potrò, fuggirle perché insieme fuggirò quei travagli e quelle pene che fanno altrui morire innanzi al tempo. Io l'ho provato e cognosco oramai quel ch'è 'l cervel d'uno uomo. ARTEMONA. Tu mi strazi.

Non basterá il cielo a scamparlo dalle mie mani, ancor che fiammeggi di lampi, ancor che rimbombi de tuoni. Non so se fra tanto potrò sospender lo sdegno. TRINCA. Sará forse vostro amico? TRASIMACO. Non lo conosco. Passate innanzi. TRINCA. Non vorrei che v'adiraste meco. TRASIMACO. Dio te ne guardi, ché caderesti morto. TRINCA. Ve l'ho dimandato, perché m'avete cera di capitano.

Perchè non ti abbuoni a teatro?... Senza parlare poi della carrozza.... Quella , credilo, è una privazione superiore alle mie forze.... Senti, mamma rispose l'ingegnere se si realizza un certo progetto, io potrò tra non molto fissarti un assegno che ti consenta di tener carrozza. Un progetto che ti farebbe restare a Valduria? A Valduria, o presso. Ma sei matto? Quelli non son luoghi per te.

E senza adoperare affettazioni sconvenienti all'uso comune d'oggidi, ho cercato di mantenere nella lingua della traduzione una discreta gastigatezza, che pur non mi parve di trovar sempre nella lingua del testo. Sarò fortunato oltremodo se con ciò mi potrò meritare l'approvazione di lei, signor cavaliere direttore, e, per di lei mezzo, i superiori riguardi. Milano, li 6 settembre 1819.

Il dovere prima di tutto; poi la buona compagnia, i faggi, il lago e la leggenda. Giustissimo; sia per lunedì, allora. Se potrò, volentieri. Se non potr