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Aggiornato: 14 giugno 2025


Più oltre, dopo la tavola, un pianoforte verticale, che mostrava le spalle al mezzo della camera e ad un divano turchesco, appoggiato alla parete di rincontro.

Nora, che Matteo Cantasirena chiamava sempre "E-lè-oo-nò-ra" compiacendosi nel far risonare tutte le vocali del bel nome armonioso, era maestra di canto e di pianoforte. Aveva una voce bella, e sapeva leggere discretamente; ma non c'erano abilit

S'alzò, traversò il salottino e andò a sedere innanzi al pianoforte, sullo sgabello di reps rosso; le mani corsero agilmente sulla tastiera, mentre la testa accompagnava il ritmo con voluttuoso abbandono. «Mon rêve», annunziò d'un tratto. Il mio sogno! Era una romanza, per soprano.

Appena vi furono entrati, la tosse lo riprese. Io non posso, non posso.... ripetè con voce rotta mostrando il pianoforte. Bice spiegò il rotolo, era un De Profundis. La fanciulla sentì una stretta al cuore indovinando in quella estrema preghiera l'ultimo grido della sua anima, alla quale forse il genio aveva dato la chiaroveggenza e la gloria aveva negato la luce.

Le signore che non venivano al Pioppino da un pezzo trovarono tutto bello, tutto lucido e netto, come se fosse non la casa d'un vecchio scapolo, ma quella d'una sposa nuova. Cresti ha delle idee disse Massimo, cominciando a lanciare un primo proiettile nella fortezza. Flora che aveva scoperto un pianoforte: Come? come? esclamò da quando in qua si fa della musica al Pioppino?

Parla anch'essa molto bene in italiano correggendo così il carattere tedesco dell'interno: quattro oleografie di Siglinde, Sigmund, Sigfrid e Drago, Ondine ecc., a tinte rosse, azzurre, verdi, violente, stonate, antipatiche. La signora Lucatich che versa in giro il caffè, ci minaccia colle sbrodolanti mammelle. Poi apre il pianoforte a coda.

I salotti della più eletta cittadinanza risonavano della miglior musica del tempo, canto e pianoforte, sovente con accompagnamento dei soli strumenti obbligati ad arco, disimpegnati anche dagli alunni del Conservatorio del Buompastore. Il signor Hager non potè mai dimenticare in Vienna le nostre chitarre ed i nostri mandolini. Graditi sempre gli autori più illustri.

Quasi nulla; rispose il cherubino arrossendo. Un po' di canto.... il pianoforte.... Frivolezze, Ella dice bene; soggiunse tosto, notando un atto involontario di labbra, con cui il padre Anacleto aveva accolte le sue parole. No, non dico questo; notò il priore. Lo penser

Cattivo!... balbettò Lalla con un filo di voce. Giacomo la guardò fissamente, senza parlare. La musica del valzer era finita, e adesso l'instancabile maestro cominciava sul pianoforte i primi accordi che preludiano i lancieri, mentre le coppie si univano, si avviavano chiacchierando al loro posto.

Oh, niente, niente, sospirò lui. Avevo l'idea di scrivere un preludio. Ma non posso far nulla senza provarlo al pianoforte. E ciò ti disturberebbe. Non importa, non importa! Non curarti di me. Ma certo che mi curo di te, disse Nancy; e alzatasi gli andò vicino e si chinò su di lui, posandogli con affetto una mano sulla spalla.

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