Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 14 giugno 2025
Il pianoforte non era più aperto che all'ora della lezione, e rarissime volte l'apriva di tarda sera, quando era sola e per suonare le cose più tristi del Chopin. Compariva a un tratto davanti alla mamma dopo essersi rinchiusa per ore nella sua camera e aveva gli occhi rossi.... E la mamma: Ma che hai, figliuccia mia? Tu hai pianto. No, mamma, ma perchè piangere?
Metteva a un lungo corridoio, conducente nel fondo dall'ala sinistra della casa. In fondo a quel corridoio trovavasi la sala verde, quella che conosciamo, la sala del pianoforte, il luogo favorito della povera Ida. Gli balenò al pensiero che, dopo il suo ritorno, non vi era mai stato. Dipendeva probabilmente da abitudine, poichè anche prima non usava andarvi.
Ma non fu sempre così: il pianoforte dette in uno scoppio che parve una risata fresca e gaia, l'andatura divenne più briosa, le mani furono riprese dal loro furore musicale. Il motivo gentile si cangiò in un motivo passionato, la tranquillit
Questo è tutto il nostro appartamento. Siamo poveri. Non sapevate, quando mi diceste d'amarmi, che il babbo ed io eravamo poveri? Ecco perchè non posso prender lezioni! «Egli mi abbracciò teneramente. Era commosso. Mi condusse al pianoforte e volle incominciare la lezione senz'altro. Io chiusi il piano.
«Il pianoforte, mobile di quasi tutta l’Europa, è anche qui abituale dappertutto. Per mezzo di questo magnifico strumento ho imparato in Palermo, accanto a dive siciliane, arie appassionate di Cimarosa e di Fioravanti, e duetti di Andreozzi e di Tritto.
Le undici di notte sono imminenti, ed a quell'ora tutti sapevano di doversene andare. Se vi fosse stato un pianoforte, poteasi oltrepassare l'orario, ma alla signora piaceva poco queli'istromento, perchè, invita, dicea, alla danza, e dove son sempre od uno o due preti, non conviene.
Il Pietrasanta, che ci siamo studiati di far conoscere un poco, era sdraiato sul divano, Aloise era seduto al pianoforte e per la prima volta dopo la sua malattia stava suonando qualche melodia, così per rifarsi la mano.
Il pianoforte era aperto come lo aveva lasciato lei il giorno fatale, e sul leggìo stava la «Cavalcata delle Walchirie», quasi le ultime pagine attendassero ancora le mani che dovevano riprendere ad eseguirla.
In mezzo era il pianoforte, il clavecin, come dicevasi allora. Anch'esso, come il resto dei mobili, era della forma empire, alto e stretto, di un legno chiaro tutto intarsiato.
Che cosa volete capir bene de' fatti suoi quando vedete un uomo che ha come dicono gl'idealisti la morte nel cuore andar a sedersi dinanzi a un pianoforte a suonar una polka allegra di Marco Sala o di Strauss, come l'uomo più spensierato della terra? Enrico O'Stiary entrò in quel punto. Egli non aveva potuto tenere la risoluzione di non andar quella sera da Nan
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca