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TRINCA. Veramente, quel vento che minacciava tempesta, s'è dileguato in semplice ruggiada. Quel maladetto nolano, venuto da Constantinopoli, ci avea posto in evidente pericolo di perder quello che avevamo fin qui oprato felicemente. ATTILIO. Mi era confuso e alienato di sorte, che era posto giá in disperazione; ma tu, con quella pronta bugia del parlar turchesco, la rimediasti assai bene.

Più oltre, dopo la tavola, un pianoforte verticale, che mostrava le spalle al mezzo della camera e ad un divano turchesco, appoggiato alla parete di rincontro.

Verso quel tempo, eran giunte novelle dall'ultimo confine dell'Ungheria alla nostra famiglia: una lettera sgorbiata di grossi uncini e arpioni, in un linguaggio somigliante più al turchesco e al valacco, che all'italiano, ch'era stata scritta da un dabben sergente transilvano a nome di Rocco; il quale per la prima volta, dopo lungo tempo, faceva saper ch'era vivo a' buoni amici suoi.

TRINCA. Padron, è cosí vero quanto v'ho detto, quanto l'amor che vi porto; e se trovarete il contrario, vo' che mi ponghiate in galera. PARDO. Senza il tuo volere, ti ci porrò. TRINCA. Vien qua tu: come tuo padre ha detto una buggiarda buggia? rispondimi. Vedete che tace. PARDO. A che ti affatichi parlargli? non risponde, perché non intende l'italiano. TRINCA. Gli parlerò in turchesco.

Su quel divano turchesco, che abbiamo accennato, era seduto, anzi mezzo sdraiato il Pietrasanta, facendosi puntello del gomito alla persona, e chiudendo beatamente gli occhi ad ogni boccata di fumo che mandava fuori. Perchè, voi gi

TRINCA. Quello che voi chiamate zergo, son parole turchesche; e l'usa per farsi intendere dalla sorella che non intende ben l'italiano; e cosí mezo turchesco parlano delle cose di Costantinopoli. PARDO. Per dirtela, tratta troppo licenziosamente con la sorella: si baciano, si succhiano, si toccano, e fanno tutto il giorno alla lotta, l'un sopra l'altra, quasi che non se la pone di sotto.

Come per sue lettere è avisato esser avisi da Costantinopoli del progresso che aveva fatto il signor Turco contra le genti del Sophì quali erano ritirate e el signor era intrado nel paexe 4 zornate et che lo exercito del dito signor Turco essendo in certe montagne havea patido de vituarie e che da poi per via di Trabisonda sono sta soccorsi, et era venuto 14 mille Giorgiani sul campo Turchesco li quali se oferivano de darli vituarie per il campo e che il signor Sophì non se sapea dove fosse et il signor havea deliberato andar in Tauris; a le qual nuove risponde a parte a parte licet non habi le scripture , et tutavolta essendo aiutado da domino Zuan Maria Anzolello citadin vicentino qual stete con l'avo de questo signor ani 20, e se ritrovò quando el dito signor andò contra Ussum Cassam sempre nel campo si che scriveva cossa che li piaceva, ecc.

Poi vostra figlia è allegra di condizione, burla volentieri, e or tanto maggiormente, che si vede libera dalla servitú turchesca e in casa di suo padre e fratello: e questa amorevolezza la chiamano in turchesco tubalch. PARDO. Io non voglio che non trattino insieme con molta amorevolezza, ma in fin ad un certo termine onesto e di creanza, e non con modi cosí disonesti e di scandalo a chi li vede.

PEDOLITRO. Come mio figlio ha potuto dirvele, se non sa parlar italiano? PARDO. Trinca, il mio servo, l'ha parlato in turchesco, che l'ha imparato a parlar in Constantinopoli. PEDOLITRO. Questo ha detto mio figlio? PARDO. Anzi, di piú, che avete bevuto nell'osterie e state imbriaco, e non sapete dove abbiate il cervello. PEDOLITRO. Mi fo la croce.