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«Il sophi è adorato et è nominato non re principe, ma sancto et propheta: è bellissimo giovane senza barba, studiosissimo et doctissimo in lettere, dicono aver con tre preti armeni, i quali per otto anni continui sien stati suoi precettori, et non lascivo al solito dei Persi, homo de grande justitia et senza alcuna avidit

Che al fedelissimo nodar estraordinario della cancelleria nostra Vincenzo di Alessandri sia commesso in questa forma: Vincenzo! Sperando noi ricever da te ottimo servitio, per l'esperienza che hai delle cose turchesche e delli dispareri che sono tra il sig. Turco et il signor Sophì, abbiamo deliberato col Consiglio nostro dei X e Zonta, di mandarti in Persia a quel serenissimo signor con lettere nostre per eccitar Sua Maest

Ismail Sophi soldam, che Dio fazi el suo regno eterno: al soldam de' Venitiani grande amicho nostro, che Dio fazi el so dominio perpetuo. Le lingue non potriano exprimer, penna potria scriver, intelletto potria comprender lo amor che vi portemo. Havemo gran sete e gran desiderio de veder la signoril persona vostra, speremo nella misericordia de Dio, e in quello che apre e serra il tutto, che presto se vederemo e saremo boni amici. Ve avisemo che havemo conquist

dat. in Castris regis Persiarum 11 luglio 1485. Archivio Cicogna, cod. Copia di una relatione facta per dom. Costantin Laschari, stato al Charaman per nome della Signorìa Nostra, narra delle cosse del Sophì, le quali furono lette in Collegio ed in Pregadi.