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E Folco atteggiava il volto a una smorfia, come si fa coi bambini per impaurirli, vedendo che la fanciulla aveva spalancato gli occhi e inarcato le sopracciglia.... Che sopracciglia delicate! due archi d'un finissimo pennello....

Assicurava che la prima lezione di colore gliel'aveva data una roggia, entro la quale l'acqua si moveva appena, dando tutti i riflessi delle nuvole splendenti pel sole di maggio. La gran maestra gli aveva detto allora per la prima volta: «Giusto mio, lascia il carboncino, piglia la tavolozza e il pennello, guarda bene e cerca di far come me; sar

Di quando in quando la nostra ingegnosa matrigna s'accorge di aver dimenticato in casa un tubo colore, un pennello, il ventaglio, e sempre trotta il vecchio. Mai che si muova quello giovane. E allora il terzetto pittorico si muta in duettino contemplativo. Come sei acerbo! Che hai? Nulla. Che disgusto però! Quando è che ti sei accorta di quel denaro? Che denaro? Le trenta lire che ti mancano.

I padrini e i due dottori erano come affascinati da quel terribile giuoco d'armi e lo stesso Barconi non potè che ammirare, come mi confessò più tardi, una magnifica finta di Massimo, che pochi maestri, tanto della scuola napoletana come della scuola francese, avrebbero saputo eseguire con più eleganza. Il Barconi cercava allo schermitore principalmente l'eleganza. La scherma è un'arte, come la danza, come la musica, come la pittura: e il ferro bisogna saper adoperarlo come il pittore adopera il pennello, come il musico adopera la bacchetta, con grazia, con semplicit

Io guardai la donna; delicatissime apparivano la bianchezza rosea del suo volto, l'espressione degli occhi lunghi, ombrati da palpebre simili a minuscoli ventagli, coronati da ciglia simili a leggiere strisce arcuate di pennello.

Entrando nella sala, mi soffermai dinanzi ad un gran quadro ad olio di finissimo pennello; raffigurava una donna giovine e bella, ma con tanta verit

Le nostre occhiate s'incrociavano spesso, si chiappavano a volo, come i lepidotteri, e allora, mentre la marchesina abbassava le ciglia sul filondente, io, tutto rimminchionito, succhiavo il pennello, come si succhierebbe un bastoncino di cioccolatte. E gli amorini salivano a lire 2,65 l'uno, come in tempi di assoluta carestia.

Fin qui bastò la matita del Callotta; adesso poi è mestiero tingere il pennello in rosso..., in quel vermiglio terribile che David diceva ferocemente stemperare alla Convenzione di Francia!

E questa opinione non era forse avvalorata dalla medesima bizzarria che riconduceva al suo pennello i lineamenti di Fiordalisa, mentre egli doveva esprimere la bellezza di uno spirito malvagio? Vi ho detto che Tuccio di Credi sudava freddo, vedendo l'opera strana che prendeva forma sotto le pennellate del pittore.