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Aggiornato: 26 giugno 2025


CRICCA. Il nome solo bastarebbe a farlo essere appicato senza processo! PANDOLFO. ... Come è solo nella scienza, è cosí solo nel nome. Prima, mi vo' far indovinar se Guglielmo sia morto o vivo. Se è morto, che lo faccia risuscitare per un giorno, finché conchiuda il mio matrimonio, e poi farlo tornare a morire;... CRICCA. E voi credete a queste bugie? PANDOLFO. Le credo, arcicredo, stracredo.

CRICCA. , per consiglio, ma non per marito. Vi guastarete lo stomaco. PANDOLFO. Son di buona complessione. CRICCA. Bisogna essere di buono cervello; se non, farete la morte del grillo che muore sul buco. PANDOLFO. La borsa fará parere il vecchio giovane alla donna: le darò danari al doppio. CRICCA. È vero che non la pagherete se non di doppioni.

CRICCA. Non sapete che la negromanzia è refrigerio di quelli miseri che si trovano in qualche strabocchevole desiderio? PANDOLFO. Overo che trasformasse qualche persona in Guglielmo.... CRICCA. Che non trasformi voi in una bestia! PANDOLFO. ... e che quel facesse le mie nozze.

Che importa quella parola? bisogna vivere e fare li fatti suoi. CRICCA. Andiancene presto a casa. PANDOLFO. Vorrei aver un campanil in testa per stare piú sicuro. Oh oh, son morto! CRICCA. O povero padrone, per parecchi giorni non avrai pedochi in testa, ché tutti saranno pesti o fuggiti per la paura! PANDOLFO. Dubito che il mio cervello non sia balzato un miglio fuor della testa.

VIGNAROLO. S'è partita, la vitellaccia. VIGNAROLO. Padrone, buon giorno! PANDOLFO. O vignarolo, che mai giungesti a miglior tempo! VIGNAROLO. «Come cavallo magro ad erba fresca». PANDOLFO. Ho tanto bisogno di te che non ne ho avuto altrettanto in vita mia; e se tu vuoi servirmi, tu sarai la mia ed io la tua ventura. VIGNAROLO. Eccomi per servirvi.

CRICCA. Veramente non pensava che fosse astrologo da vero: lo stimava qualche razza di furfante, come se ne trovano tanti che si vantano d'esser astrologhi e ingannano la vil plebe. PANDOLFO. Beato te che sei uscito di periglio, ché a me par che d'ora in ora mi cada il mondo in testa! Per tutto oggi non farò questione. Se alcuno mi dirá: Sei un furfante, dirò: Son un furfante e mezzo.

PANDOLFO. Sappi, il mio caro Cricca, che fra i mancamenti della mia vecchiaia il maggior è l'amore.... CRICCA. Che umor di malinconia o di pazzia! PANDOLFO. Non mi interrompere: so che vuoi dire che son vecchio di settant'anni. CRICCA. Questo volevo dirvi.

PANDOLFO. O grandissima sapienza, o mirabilissima astrologia! ALBUMAZZAR. ... E se pure la fenestra settentrionale s'apre in qualche vicolo deserto, non sarebbe tanto cattiva. PANDOLFO. Vi porterò in mia casa, e voi vi eleggerete quella stanza che vi piace.

CRICCA. L'ora è tarda: sará meglio andarci domani. PANDOLFO. Il «domani», il «farò» e l'«andarò» sono figli del niente: bisogna andare ora. CRICCA. Or riposano i vecchi. PANDOLFO. L'innamorato non ha riposo mai. CRICCA. Informatevi prima chi sia, ché forse sará qualche truffatore. PANDOLFO. Guarda nol dire, ché intende quanto si dice di lui e ci fará andare in visibilium. CRICCA. Chi?

ALBUMAZAR. Voi desiderate saper d'un certo Guglielmo si sia vivo o morto, il quale vi avea promesso Artemisia sua figlia per sposa, e voi a lui Sulpizia per contracambio, e se ne andò poi in Barberia. PANDOLFO. Me l'avete tolto dalla punta della lingua. Ma che motivi or vedo?

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