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FACIO. Ho buona relazion di voi, vorrei servirmi di voi per avocato.... FACIO....Voi dunque sète Facio? PANURGO. Io son Facio, vi dico; ma, di grazia, parlate piú basso. FACIO. Ch'io parli basso? parlerò tanto alto che m'oda tutto lo mondo. Menti che tu sii Facio, che Facio son io, e tu col farti me, mi togliesti le vesti mie. PANURGO. Saran vostre, se me le pagherete; e voi pigliate errore.

Oh, a questi patti non c'intenderemo mai. Lo pagherete per le sue visite come un altro, e baster

Me la pagherete entrambi, pensò don Francesco. In quell'istante egli si conteneva a stento. Si indirizzò nuovamente al superiore: E queste carte, di cui mi parlaste, padre, nella vostra lettera? Eccole, rispose il frate mostrando al duca, un fascio di carte, che aveva deposte sulla tavola nell'entrare.

CRICCA. , per consiglio, ma non per marito. Vi guastarete lo stomaco. PANDOLFO. Son di buona complessione. CRICCA. Bisogna essere di buono cervello; se non, farete la morte del grillo che muore sul buco. PANDOLFO. La borsa fará parere il vecchio giovane alla donna: le darò danari al doppio. CRICCA. È vero che non la pagherete se non di doppioni.

Raccontatemela, disse sorridendo il Selvaggio. E Nancy raccontò: «Quanto mi pagheretedisse al borgomastro il Pifferaro pezzato, «se vi libero la citt

Mi pare che siate sempre qui. Non importa, non importa, disse Markowski, agitando le lunghe mani, mi pagherete un altro giorno. E, ricordando ciò che aveva udito da George riguardo alle loro condizioni finanziarie, soggiunse: Potrete pagarmi quando la bambina vi suoner

Non parlò, non fiatò; stese la mano con gesto di minaccia, come se avesse detto: «Me la pagherete!» E furiosamente partì. È impossibile descrivere la tremerella che assalse don Omobono. Fuori di per la paura, accompagnò il prelato incollerito fin sulla porta, e sprofondandosi in un inchino, balbettò sommessamente: Ecce....cellenza.... reve.... reverendissima!

PANURGO. E se v'ammazzo, quando mi pagherete l'obligo? ESSANDRO. Quando resuscitaremo. PANURGO. Troppo tempo ci vuole. ESSANDRO. Burli in cosa di tanto periglio? M'offendi sul vivo, avendomi il Cielo riserbato a tante miserie. PANURGO. Non è da saggio ricorrere al morire, quando per altra via si può uscir da affanno. Ditemi, di grazia, che cosa vi tormenta?