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Aggiornato: 17 giugno 2025
Ella portava una ricca veste da camera loutre con largo tablier a pieghe di surah celeste pallidissimo; guarnizioni di merletti e cascate di nastri loutre e celeste. Da tutta la persona esalava un profumo di corilopsis così acuto, che finiva per dare alla testa.
E quella somma gli mancava... l'abisso! Il sangue affluì al suo cervello e lo rese ebbro di desiderii e di progetti, mentre la disperazione traboccava dal suo cuore. La sua immaginazione stravagava: era quasi folle. Le sue tempia battevano con un crepitamento sensibile all'udito. Malgrado ciò era pallidissimo. E l'ora avanzava. Gabriele picchiò a tutte le porte.
Una mano che si posò sopra il biondo suo capo, la fece trasalire, alzare di botto... Era suo padre pallidissimo, commosso... Ebbene Adriana, avevo ragione? Sì, papa, sì... perdono... Gli si gettò nelle braccia singhiozzando, nascose sul petto di lui, il viso scolorito... Non piangere così: colui non merita le tue lacrime, ma il tuo disprezzo.
Apriva le braccia, smarrito. Stazza! mi fece. E battè palma a palma, convulso: Lì davanti al caffè, poco prima. Un colpo. Si ricorda? Quando pareva addormentato. Apparve il direttore, pallidissimo. Accorrevano altri compagni. Tre o quattro lettori s'indugiavano sul ballatoio, senza comprendere. Il direttore mi chiese: Scende? Non mi sentivo la forza.
Pallidissimo, come di cera, col busto sorretto da un monte di origlieri, la camicia squarciata e sanguinosa che lasciava vedere una larga fasciatura, le braccia abbandonate da una parte e dall'altra, Andrea Ludovisi ripetè, più debolmente: Costanza!
E non sapeva decidersi, e si crucciava con quelli di Torino che lo lasciavano in queste ambasce. Egoisti! Egoisti! Zitto! Qualcheduno sale le scale, qualcheduno s'inoltra nel corridoio, s'arresta all'uscio, picchia. Avanti! Varedo, pallidissimo, strappò dalle mani del telegrafista il dispaccio e lo aperse con dita tremanti.
Egli aveva gli occhi strambi e fisi al suolo, i capelli bianchi, rari ed irti, la barba scomposta come la tunica cenerina. Rossa stola gli cingeva la fronte, pallidissimo aveva il colore. Egli arriva innanzi al papa dei becchi, sta un momento a pensare, poi batte del piede la terra, e sclama: Est necesse virga Iessæ!
Il Piemontese smaniava, aggirandosi per la stanza, alzando i pugni al soffitto, fermandosi a contemplare il vasetto posato sul tavolino, e che pareva formicolasse di iridi, goffo di forma ma inarrivabilmente bello con quel verde pallidissimo su cui si ricamavano le venature di oro rosso cupo.... E tutto ciò era opera del caso!
Nascosta dietro alla portiera, non poteva certo esser veduta: si alzò ritta sulla punta dei piedi, e con una sua mossa da monello stordito sfiorò colle labbra il volto di Anatolio, che diventò pallidissimo. Tra Giorgio Della Valle e il duca d'Eleda non c'era molta amicizia.
Ma quando udii dietro di me un altro galoppo e m'accorsi che Federico m'inseguiva alla gran carriera, temendo per lui, con una strappata violenta arrestai il povero animale che s'impennò, rimase un istante inalberato come per precipitarsi nell'acqua, poi ricadde. Io ero incolume. Ma sei impazzito? mi gridò Federico, sopraggiungendo, pallidissimo. T'ho fatto paura? Perdonami.
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