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Le tornava al fianco come un'ombra, intento, combattuto fra la trepidanza d'essere importuno ed il desiderio d'essere un eroe; rispondeva con un sorriso alla tenera sollecitudine di Mariuccia, la quale aveva visto il letto del fratello intatto e non sapeva che pensare, tappava la bocca al rimorso perchè stesse zitto, sentiva in cuore una gioconda danza di baldi propositi, si prometteva mille ricchezze, e smaniava perchè mancavano due ore sole alla partenza ed egli così perdeva il tempo senza far nulla. E che male ci sarebbe stato se egli avesse detto a Costanza: «ancora uno» e poi «ancora uno, ancora unoUn bacio di più non impoverisce chi lo d

Seduto a pie' del letto, con le mani su le ginocchia e gli occhi fissi intenti sul padrone che smaniava, Cardello si perdeva a fantasticare: E se si ammala ora, sul punto di terminare e consegnare il lavoro della condotta dell'acqua? Ci voleva proprio questa disgrazia!... Non si sventoli, per carit

Ma pare che l'alata famiglia non patisse danno se più parte vi avesse il miracolo o l'inettitudine nostra, per quanto v'abbia strologato, giunsi mai a decifrare. Se non che i latrati di Febo, e a quando a quando un lieve dibattere d'ali, ci trassero da canto ad un roveto. Febo smaniava; allungava il muso tentando penetrare fra le spine, e si ritraeva vie più inasprito.

Il Piemontese smaniava, aggirandosi per la stanza, alzando i pugni al soffitto, fermandosi a contemplare il vasetto posato sul tavolino, e che pareva formicolasse di iridi, goffo di forma ma inarrivabilmente bello con quel verde pallidissimo su cui si ricamavano le venature di oro rosso cupo.... E tutto ciò era opera del caso!

La voce rotta da un tremito convulso, il viso contraffatto, sconvolto, livido, gli occhi torvi, stralunati, ansava, smaniava, pestava i piedi, barcollava come un ubriaco. Signor Laner! Signor Laner! balbettava Evelina spaventata.

Egli giurava a stesso, alla Nena, a Dio, ai Santi che aveva avuto ragione di vendicarsi come si era vendicato, che nemmeno il Padre Eterno avrebbe avuto più pazienza di lui, che altrimenti sarebbe stato uno stupido, un vigliacco: ma non osava di guardare la Nena, e quanto più alzava la voce e smaniava, tanto meno riusciva a nascondere, a soffocare quell'altra voce che gli usciva più forte dalla coscienza.

Il Casalbara, quel decrepito damerino, gli era indifferente, ma il Kloss?... Il Kloss era un vizioso, un dissoluto! Un vecchiaccio sudicio, osceno! Era una vergogna, un'onta per una ragazza, soltanto l'averlo vicino. E smaniava geloso, furibondo, perchè il Kloss, certamente doveva aver messo gli occhi addosso a Nora. Perchè certo era per lei, per Nora, che andava dalla Schönfeld! Il Kloss!

E Matteo levò in alto i pugni formidabili e pareva volesse scagliarsi sul Casalbara fermo, sdegnoso, quando a un tratto, improvvisamente, con un grido, Nora si precipitò nel salotto: e si buttò fra le braccia dello zio Matteo supplicandolo, piangendo, accusando stessa, difendendo il Casalbara. Signorina.... balbettò il duca maravigliato, sorpreso. Ormai Cantasirena non smaniava più.

Smaniava di vedere Alberto, di toccarlo, di persuadersi che era suo, che non le sarebbe sfuggito mai; e voleva dirgli che lo amava, che lo amava come Elvira, più di Elvira. Piangeva, facendo rotolare i sassi cacciati dalla punta dell'ombrellino, divorando la via.

Ella smaniava di voglia per raccontare le scene bizzarre di sua fanciullezza la vita da zingari, di cui essi vivevano adesso, richiamandone il sovvenire. Ella avrebbe raccontato quelle scene con le delizie egoiste di colui che, dall'alto dei veroni del suo castello, mira i cavalloni dell'Oceano correr l'un sull'altro a mo' di montagna. Ma Regina si raffrenò.