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Aggiornato: 1 giugno 2025
Di tanto in tanto l'Ottavia, quella sera tutta moine e carezze con lui, per ricompensarlo della spesa dell'abito, gli passava da canto, allargava la bocca, e il signor Niso v'introduceva una tigliata, scoccandole dopo qualche buffetto sull'abito per far cascare le briciole di focaccia o di zucchero, che vi s'erano fermate sopra; e, quand'ella si allontanava le teneva dietro cogli occhi, sospeso, col coltello nell'una mano e la castagna da pelare nell'altra, e pareva, dall'espressione del viso, che egli rifacesse mentalmente la somma di tutto quanto gli era costato quell'abito, di fattura, guarnizioni, fodere e stoffa.
Dovea pensare a tutto, anche al nido dei due colombi, come lo chiamava scherzosamente Pier Luigi. Doveva pensare agli arredi della loro camera... alle spesse cortine dell'alcova... ai guanciali colle guarnizioni di pizzo, alle coltri di seta antica, damascata, agli stemmi, ai monogrammi delle lenzuola...
Tutte insieme facevano grandi profezie sul taglio e sulle guarnizioni e discutevano animatamente a proposito del giorno in cui il vestito doveva essere stato spedito da Parigi. Sì, doveva essere il giorno, precisamente, in cui era arrivata la Giulia a Santo Fiore. No, no, non poteva essere. Era possibile. Non era possibile.
I consigli di quella signora eran semplicemente infernali; dovevan partir forse dal principio che ogni cosa bella ne ammette una migliore, e per questo principio indicava lei medesima le stoffe, i colori, le guarnizioni, le fodere più opportune, spiegando a me, sottilmente, come la bellezza di Lidia volesse un'eleganza raffinata e aristocratica, ma senza possibili confronti.
La donna arrivata con lui il giorno ch'egli chiamava del suo avvento, era una sua sorella più vecchia che ei si teneva in casa; creatura spersonita ed infermiccia, che proprio reggeva l'anima coi denti. Era così asciutta e grinzosa, che un parente tornato a vederla dopo mezzo secolo, non avrebbe osato abbracciarla, dalla tema di sentirsela scricchiolare tra le mani. Sotto la cuffia che colle guarnizioni faceva alla faccia scarna una cornice disadatta, mostrava corti capelli color di cenere, che forse erano una parrucca: un'aria soave di purit
Oh quella signora Rabbi vestita di raso rosso a ricche guarnizioni di pizzi antichi, scintillante di diamanti, che ne aveva nei capelli, nelle dita, nei braccialetti, alle orecchie!... quella signora Rabbi rigogliosa, che le si vedevano le forme ardite disotto le veste troppa attillata!... quella signora Rabbi dal sorriso sfacciato, che metteva in mostra due file di denti forti e bianchissimi, veduta da vicino, sentita al tu per tu, che impressione volgare aveva fatto a Lucia!
Ella portava una ricca veste da camera loutre con largo tablier a pieghe di surah celeste pallidissimo; guarnizioni di merletti e cascate di nastri loutre e celeste. Da tutta la persona esalava un profumo di corilopsis così acuto, che finiva per dare alla testa.
Così dicendo voltava al contino le spalle per mostrargli una palandra, verdolina sgualcita sui gomiti, che gli faceva delle pieghe da tutte le parti. Mi sta abbastanza bene, n'è vero? Ebbene, indovina un po' quanto me lo ha messo fuori, compreso stoffa, fodere, bottoni, guarnizioni, spedizioni, tutto insomma? Enrico conosceva a un dipresso l'umore di suo zio e non fu sorpreso da quella domanda.
I capelli portava incipriati e annodati indietro; indossava un lungo pastrano verde ricco di merletti e guarnizioni d'ogni sorta; il panciotto gli scendeva sin oltre le anche ed i pantaloni di stoffa rossa allacciati alle ginocchia lasciavano vedere il contorno di due gambe aggraziate e coperte da calze di seta.
Se permettete, vi accompagnerò dalla modista, e vedrò d'imparare anch'io qualche cosa. Quella mattina la signora marchesa fece assistere il nostro onorevole ad una conferenza molto sugosa e istruttiva di trine, svolazzi, passamani, stoffe, guarnizioni, e va dicendo.
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