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Aggiornato: 7 luglio 2025
Il medico guardò in torno tutta quella dolente famiglia che egli aveva nutrita d’arsenico, di ferro e d’olio ferruginoso e d’acqua di Levico per tanti anni in vano; ed ebbe un lieve lampo di sorriso a traverso li occhiali d’oro. Poi, osservando l’infermo con una curiosit
Lo trovai accigliato e cogli occhiali sul naso, seduto al tavolo, esaminando e firmando carte di Stato. Leggete questa lettera, mi disse. Ravvisai subito dalla scrittura una lettera di Mazzini. Lessi e stetti aspettando ch'egli parlasse per primo.
Egli aveva preso in seguito altre spoglie, adulterando il colore dei suoi capelli, della sua pelle, dei suoi baffi, dandosi parrucca ed occhiali, bernoccoli sul naso, una gamba a strascico, un tremolio da barbogio in tutte le membra ed un accento tedesco fiorito di dolcezza e di bonomia, con un leggero difetto di pronunzia dell'r. La sua ganza non l'aveva riconosciuto.
Ove hai tu messo quell'involto di carte che io celava sotto il mio materasso? Sta tranquillo! susurrò Bambina con un segno d'intelligenza: dorme nel fondo della cassa. Gitta questi occhiali lì dentro: un giorno, chi sa! sarò miope. Brava! stavo per dimenticare il pacchetto di ferruzzi a calze!
Chi sono quei villani? udì Matteo domandare nella stanza vicina da uno di quei signorini dagli occhiali inforcati sul naso. E suo figlio a rispondere: Sono i coltivatori di una mia tenuta. E' mi hanno visto bambino, e, povera gente, mi voglion bene come lor figliuolo. Matteo e la moglie si guardarono in volto quasi spaventati. Suo figlio li rinnegava!
Prima si spolverò le scarpe col fazzoletto, si abbottonò il paltò, si aggiustò la cravatta, tirò fuori i guanti, si levò gli occhiali per ripulirli, poi tornò a rimirare il bottone del campanello.... ma invece di toccarlo, sospirò. Se l'andare lui dalla Schönfeld a cercar di Nora, non fosse stato assolutamente "come si deve?" Se poi Nora si fosse arrabbiata?
abito di lana color tabacco di Spagna, tutto a smerli, guarniti di gallone nero, lustro, con guardinfante; pellegrina di panno viola sulle spalle; parrucca grigiastra; occhiali a staffa; mezzi guanti, e un fiasco capace, tutto pancia, dal collo a fungo, strettissimo: vi si legge in mezzo, a grossi caratteri neri: «Acitu». LA Z
Vedeva invece il giovanotto lungo e magro, quello che portava gli occhiali colle suste: Pietro Laner. Pietro Laner!... Scoperto il tradimento di Nora, che cosa avrebbe fatto?... Che colpo!... Sarebbe diventato pazzo di dolore, di collera.... Oh, ma non ci sono io? pensava Evelina.
Quando Matteo Cantasirena arrivò col primo treno, c'era ad aspettarlo soltanto il Perego. Questi non lo salutò nemmeno, non gli disse una parola e, cattivo segno, continuò a succiare il cordoncino unto degli occhiali. Cosa c'è di nuovo? domandò Cantasirena, colpito. Il non vedersi accolto coll'espansione così necessaria alla sua indole, lo sconcertava. Cosa c'è?
Un momentino, scusi... permetta, e uscì sempre strisciando, e ruzzolando, per ricomparire quasi subito con un fascio di carte, che spiegò dinanzi a Nora, dopo essersi inforcati gli occhiali sul naso. Ecco qui, signora duchessa. Veda lei stessa il riassunto dei bilanci degli ultimi anni, che ho fatto estrarre appunto in questi giorni.
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