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Aggiornato: 7 luglio 2025


Era morta donna Nena la romana, una vecchia che non faceva male a nessuno e che leggeva le lettere alle vicine della via, senza occhiali. Era venuta da Roma, al sessantacinque; la si poteva tenere per napolitana. Le vicine conoscevano un po' la sua storia, ma nessuna aveva potuto entrar troppo addentro in certi particolari che la vecchia sapeva a tempo scartare.

Un consiglio utile ai giovani è questo: di non portar occhiali se non per un imperioso bisogno, perchè questi indeboliscono la vista.

Il servo si fermò in fondo alla galleria, dinanzi a una porta grigia tutta coperta di dorature, e bussò leggermente. Il cameriere di fiducia del principe, un francese sbarbato, con gli occhiali che davano alla sua fisonomia l'aspetto di prete, comparve sull'uscio, e vedendo Fabio, che conosceva, lo pregò di entrare in un salottino precedente la camera del principe.

Il vecchietto si tolse i suoi occhiali, cavò da un taschino un astuccetto di cuoio rosso, da cui levò fuori una grossa lente. Con una mano teneva la lente all'occhio destro, con l'altra alzava a uno a uno i gioielli verso l'occhio: esaminava attentamente i diamanti.

Leonardo entrò presto in convalescenza; mano mano gli fu concesso di star senza la benda nelle ore del crepuscolo, di andarsene in campagna, di far uso degli occhi con occhiali; e finalmente Agenore disse all'amico con una solennit

E Valentino Turchi giudice collaterale, che presentava tutta la sembianza di un cane da macellaro con gli occhiali, affermando osservò: Ed io rincaro osservando, che non si trattava di caso atroce. Giustissima considerazione, soggiunse il vecchio Luciani, sentendo quasi rimorso per non averla aggiunta al suo discorso. Il Luciani, secondo la giustizia di cotesti tempi, aveva ragione da vendere.

Lazzari, sentone, con gli occhiali che gli aveva prestato l'amico Scannatopi e che gli davano l'aria di una vecchia in collera, si dava furiosamente alla lettura, leggendo cento, centocinquanta pagine di un fiato, lasciandosi magari sorprendere dalla seconda ronda col libro in mano. Dove siamo adesso stiamo assai meglio che nella quinta camerata.

"Ne tengo per venderli," soggiunse il Cappellaio per spiegare il fatto: "Non ne ho di mio. Sono un cappellaio." Quì la Regina inforcò gli occhiali, guardò fieramente il Cappellaio che allibbì di paura. "Rendete la vostra testimonianza," disse il Re; "e non siate spaventato, altrimenti vi farò subito mozzare il capo."

Tutti applaudirono, e con ragione, perchè era quello il primo detto spiritoso che il Re avesse detto in quel giorno. "Ciò prova il suo delitto," sclamò la Regina. "Ciò non prova niente affatto!" disse Alice. "Ma se non sapete neppure ciò che contiene il foglio!" "Leggetelo," disse il Re. Il Coniglio bianco inforcò gli occhiali, e domandò: "Maest

«Essa non ci ha detto esclamava l'avvocato che il mio cliente ebbe un giorno diverbio con una bambina di lei per toglierle di mano un pezzo di metallo; e a che motivo, se non agli occhiali d'oro che portava il giudice Buriatti, è dovuta la sua tanto decantata ed esagerata aggressione?

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