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Aggiornato: 7 luglio 2025
Via, via, disse Lamperth riponendosi gli occhiali; sono un padre di famiglia io, ho sette figli, e ci penso alla mia vita e a miei doveri. Voi avete profusa una fortuna, avete tenuta una condotta riprovevole, avete tentato d'ingannare una societ
E coi remi accarezzeremo il mare, e volgeremo le vele al vento, sì da farle crepitare come se baciate insistentemente, e petalo per petalo, o poeta della notte, sciuperemo i fiori della corona. L'amavi? Era la mia vita. Come aveva nome? Illusione. Áncora, gongolò il mio professore cogli occhiali d'oro deriva da =angkyra= e =angkyra= da =agkylos= che significa uncinato.
Massimo, che l'aveva amata appunto per questo suo timido candore di fanciullona buona da pigliarsi in braccio, credette di tornare indietro a' suoi bei tempi: ma nel muoversi, gli occhiali cascarono dal naso e andarono tra la vecchia cassapanca e il muro. Tosto si fece quasi buio.
Non alzò che gli occhi, e di su gli occhiali stette a guardare i due cugini, un po' cambiato nel volto. In che posso servirvi, domandò finalmente in tono agrodolce, a causa di compare Santo che aveva il vizio di cavar fuori il coltello anche per un nonnulla. Favorisci, rispose il Carrarella.
Bertolini rimase indietro a riporre nella cassetta il prezioso Guarnerius del Professore, a lui più caro che moglie e figli; e la sua musica; e i suoi guanti; e i suoi occhiali; e tutte le altre cose che il Professore dimenticava, perchè era un uomo molto distratto. E Nancy disse all'assistente: Lei è Italiano? Sissignora, disse Bertolini, facendosi rosso. Anch'io, disse Nancy. E furono amici.
Oh la consolazione di poter morire, di sprofondarsi lì, sotto terra; di non vedere, non sentire, non soffrire più niente! Il povero ragazzo, curvo, colla faccia dentro il bavero alzato del paltò, tremava tutto convulsamente; quando voleva parlare le parole rimanevano rotte dal batter dei denti. La guardò ancora, ancora.... colla vista oscurata dagli occhiali pieni di lacrime.
Quell'intendente era un vecchio, antico commesso di notaro di provincia. Aprì la lettera, si pose gli occhiali, e cominciò a sbirciare la scrittura. Poi, principiò a leggere: Frère a-us-si tot que vo us... Cosa è codesto? È in turco la lettera. Tu vieni a mistificarmi, mariuolo. Va al diavolo. Ma no, don Gennarì, tutto al più la lettera può essere in francese. È un francese che l'ha scritta.
Appresi altresì che il Topler toccava la quarantina, ch'era piccolo e grosso e portava i baffi. Gli stessi occhiali del flemmatico parrucchiere mi parevano stupefatti; certo non gli era mai toccato discendere dalla metafisica per un avventore altrettanto curioso. Eichstätt?
Oh, oh, caro signor Vanardi; l'è lei! E che buon vento? Si rizzò da sedere con più gentilezza che non usasse abitualmente, si tolse di sopra il naso gli occhiali, ripose il giornale e toccò colla mano destra la tesa del suo berretto.
Vorrei che li avesse veduti. Noi conosciamo da poco tempo i fratelli Topler, specialmente il vecchio; i nostri più stretti legami sono colla famiglia di miss Yves. Anzi, se vuole, per quanto il professore sia un uomo stimabile, questo matrimonio mi andava poco; ma ieri mi hanno proprio toccato il cuore, povera gente. Il professore pareva addirittura un morto e sotto gli occhiali gli si vedevano gli occhi rossi. Sa, non è bello mai; si figuri! E non parlava. Insomma era una gran compassione di vedere in quello stato un uomo della sua et
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