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Aggiornato: 29 giugno 2025
Sebbene spuntasse appena il giorno, mandò a risvegliare l'abbate di Frustemburgo parroco del Castello, e fece sonare le campane della Chiesa nella Rocca di Sant'Eufemia per far celebrare immediatamente la Messa, il che venne eseguito con gran concorso di Capitani e soldati, i quali tutti si recarono poscia ad assistere a più solenne celebrazione nel tempio maggiore di Musso.
"Che vadino al loro malanno gli Spagnuoli e gli Svizzeri questo può facilmente avvenire, ma che il Castellano renda Musso, che lo dia ai Milanesi dopo averlo difeso per sì lungo tempo, ed esservisi fieramente nicchiato come un orso sul Legnone, è la più gran pazzia il solo immaginarlo!" Così disse Falco con un lieve risentimento di sdegno, che la placidezza e mansuetudine con cui l'udiva Frate Andrea gli fecero tosto deporre: "Non abbiate timore, proseguì quindi pacatamente, se ne andranno, sì, e non avranno campo di spargere la falsa legge, e di ripetere bestemmie in quella loro lingua del demonio: sul brigantino del signor Gian Giacomo stanno bombarde e colubrine da squarciare i fianchi a qualsiasi nave, e ben anco ad una torre, se ne verr
Venute in potere de' Francesi, furono sul finire del 1500 date in feudo col borgo di Musso al maresciallo Gian Giacomo Triulzo, detto il Magno, guerriero e duce il più illustre dell'epoca, di cui durerebbe intatta e limpida la fama, se apporre non gli si dovesse a grave colpa l'aver capitanate armi straniere a danno della propria patria, riducendola a doloroso partito; e di tale obbrobriosa azione ebbe condegna pena gli ultimi anni di sua vita, nei tanti contrassegni di noncuranza e di sprezzo che ricevette alla Corte del gallico re Francesco primo.
Gabriele, soddisfatto e gioioso di quanto avea ordinato il fratello in favore di Falco, si tolse con questi dalla sala d'udienza, e volgendo in cuore lietissime idee e soavi speranze, si fece a rammemorargli le proposte del discorso tenuto il mattino tra loro, risguardanti il traslocamento di sua famiglia dalla rupe di Nesso alla terra di Musso, e gli disse che s'avviava a parlarne a Gian Giacomo, il quale avrebbe a ciò pure di buonissimo animo e indilatamente provveduto.
"Ciò poco monta, rispose Orsola girando gli occhi a spiar l'orizzonte; quel che mi duole si è che veggo prepararsi un temporale cattivo pel lago: sai che da tre notti Falco non ritorna; potrebbe forse giungere in questa se vento contrario nol rattiene a Corenno od a Musso.
Ultimo e solo Arrighetto, il messo di Luca Porrino, calava dal Forte indispettito e mortificato come uomo colto in menzogna; sebbene nel recar l'ambasciata non avesse che eseguito un comando, pure provava grande scorno nel vedere smentito l'evento appena l'era venuto narrando. Agitando colla destra un suo acuminato cappelluccio in cui stavano infisse due penne di vario colore, tenendo la sinistra nella cinghia del giallo giustacuore che vestiva, balzava giù di gradino in gradino maledicendo il messaggio, i Ducali e quei di Musso, tanto che giunto alla Casa del Maresciallo soffermossi un istante sulla soglia della stanza delle guardie preso dal timore d'essere posto in dileggio dai soldati. E fu così, perchè, sebbene entrassevi quattamente, appena l'ebbero veduto: "Guarda, Coppo, gridò l'un dessi con cipiglio beffardo, hai tu mai veduto una gazza col groppione tinto nel zafferano? Mirala! essa ha passato il lago per cantare il mal augurio nel Castello, ma le fallì la voce, e vorrebbe andarsene terra terra per non aversi spennacchiata la coda". "Alto l
"Ed io questa mattina, rispose Trincone, m'aveva tutta la fiducia che l'acqua del chiodo di Frate Andrea l'avesse a risanare; ma nel bel mentre che m'ero andato per lui a Nesso, la vecchia Imazza se lo lasciò morire tra le mani, del che ebbi la più gran stizza del mondo". "Prendi più il largo, attendi a non battere sì forte i remi, disse Falco, e statti zitto, chè se vi fossero Ducali appiattati per le sponde, non ci abbiano a sentire: questa notte dobbiamo vogare drittamente a Musso, nè vuolsi gettare il tempo a cangiar colpi con loro".
Ricacciate d'Italia le squadre di Francia, tra cui egli aveva combattuto, era tornato alla patria Terra, dove insofferente di riposo, spinto da un'indole audace, da guerresche abitudini e dall'astio che gli durava vivissimo per gli Spagnuoli e gli Svizzeri, che uniti ai Ducali mantenevano la guerra sul lago contro il Castellano di Musso, aveva trascelti alcuni robusti compagni, co' quali, armato all'usanza de' tempi, scorreva il lago corseggiando.
A queste parole, che il giovinetto pronunciò caldamente, Falco, dopo breve silenzio, in cui mostrava star maturando una decisiva risoluzione: "Ho stabilito, replicò, di venirmi a collocare sotto le guardie d'un castello del signor Gian Giacomo, scegliendo stanza con suo acconsentimento o qui a Musso, o l
"Questa partirebbe una prefissa notte per trovarsi sul far del giorno in vista di Musso ove accetterebbe la battaglia se la flotta nemica stesse parata in ordinanza a presentarla, o l'assalirebbe nel Porto medesimo del Castello se non ne fosse ancora uscita.
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