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L’altero hidalgo raccolse con noncuranza in un apposito paniere quella ricchezza disordinata, gettò al mazziere una mancia di mille pesetas, poi, tra l’ammirazione della folla, s’incamminò verso lo sportello del cambio, dietro il quale attendeva, con ironica e premurosa urbanit

Il quale le fa uno assalto per tôrgliela con violenza; ma non li riesce, ché è interrotto da la gente che al gridare di lei correva. ARTEMONA sola, PILASTRINO. ARTEMONA. Crisaulo mio da ben, questa è ben stata una mancia piú degna che 'l mio merto non richiedeva. Io so che l'è ducale. Oh Dio!

Inferno: Canto XXXI Una medesma lingua pria mi morse, si` che mi tinse l'una e l'altra guancia, e poi la medicina mi riporse; cosi` od'io che solea far la lancia d'Achille e del suo padre esser cagione prima di trista e poi di buona mancia. Noi demmo il dosso al misero vallone su per la ripa che 'l cinge dintorno, attraversando sanza alcun sermone.

Serafina trovò il discorso fin troppo bello per un avaraccio, che non dava mai un soldo di mancia a nessuno. Vestì il suo Taddeo, lo spazzolò una volta più del solito, gli accomodò la cravatta, gl'infilò i guanti neri sui diti grossi come salamini e lo buttò fuori dell'uscio che gi

Trovarono infatti tre «Luise», ma Valeria non riusciva a riconoscerle; tutti e tre i barcaiuoli però affermarono di ricordarsi perfettamente di lei; e ricevettero, con scappellate e sorrisi, l'aspettata mancia. Capisco, riflettè Valeria, ch'era molto commossa, che non possono essere stati tutti e tre.

Antonio non era capace di far orecchie da mercante; d'altronde pensava che non potendo dare a quel giovane la mancia, il fargli parte della loro colazione avrebbe tenuto le veci di quella, e ne avrebbe suscitato lo zelo per altre occasioni in cui si avesse ancora bisogno di lui.

PRUDENZIO. Dite pur, ché ve promettemo una bona bibalia. REPETITORE. Cioè, una buona mancia. RUFINO. Orsú! Date qua la mano. Livia, questa vostra vicina..., MALFATTO. Olá! Levateve de sotto, ch'io voglio pisciare. PRUDENZIO. Non vòi stare, no, ignaro, insolente? RUFINO. ... è vostra moglie. PRUDENZIO. Oh fratello! Io te voglio essere servus servorum et osculartene le mani.

In Flora, al sentir parlare di mancia, si rivegliò il senso di quel dovere civile che vuole che ogni servigietto abbia il suo compenso. Tolse dal magro portamonete una lira di carta italiana e offrendola modestamente alla donna le disse: Pregate per quel poverino e un poco anche per me. Lo farò, bella ragazza; non avrebbe per caso moneta svizzera?

GERASTO. Fermati, che vo' darti una buona nuova. ESSANDRO. È qualche veste questa nuova che volete darmi? GERASTO. Dico, novella la piú lieta che avesti avuto giamai. ESSANDRO. Ditela, che mi sentiva prorir l'orecchia per ascoltarne alcuna. GERASTO. Son certo che te la raspará, perché ti sará grata. Ma vo' duo baci per mancia, che mi sento prorir le labra. ESSANDRO. Ditela, ché poi ve li darò.

No; Giusto saprebbe fare da ; prima di tornare a Milano non mancherebbe di stringere la mano agli amici della Corona, ringraziare il notaio e il dottore; più tardi farebbe il proprio dovere di pagare il conto e dare la mancia al cameriere... ora no, perchè era capitato a Barzanò con poco denaro... Ma le son cose da dire?