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Aggiornato: 16 giugno 2025
Molto è piacevole a me il desiderio di volere portare ogni pena e fadiga infino a la morte in salute de l'anime. Quanto piú sostiene, piú dimostra che m'ami; amandomi, piú cognosce della mia veritá; e quanto piú cognosce, piú sente pena e dolore intollerabile de l'offesa mia.
Ciò che nasce nel cuore non può escir che dal cuore! feriscimi un poco qui, Estebano mio, al costato sinistro... tanto che con qualche goccia di sangue possa sprigionarsi anche qualche pensiero. Le labbra umane non sanno la via di queste cose profonde. Allora Estebano soggiungeva: No; nel linguaggio che mi hanno insegnato non esiste il nome di ciò ch'io sento per te. Elisenda chiedeva: M'ami?
Ah! gridò egli, colpito da quelle parole, e più dall'accento con cui erano stato profferite. -Tu m'ami dunque, o Fiordalisa! Mi ami... come t'amo? La bella creatura gli volse uno sguardo in cui si dipingeva tutta la confusione dell'animo suo, e cadde perduta nello braccia dell'innamorato Spinello. Ore soavi, ore di cielo, chi potrebbe descrivere la vostra dolcezza infinita?
Tu non sai perchè m'ami; nemmeno io lo so. Le cose dell'amore si sentono, non si sanno. L'amore ha la benda agli occhi.... come me. Un bacio lungo lungo cancellò dalle labbra del disgraziato ogni traccia d'un melanconico sorriso. Che ne dici, Ernesta, guarirò? Guarirai, rispondeva la poveretta facendosi forte. Se fosse vero! Poterti vedere, poterti guardare a lungo, specchiarmi negli occhi tuoi!
La malinconia mi rode, la vergogna mi confonde, l'ira m'arde nel core, la gelosia mi boglie nell'anima. Ho melancolia che ho perduta l'innamorata, ho gelosia che altri la goda, ho sdegno che non m'ami, ho vergogna d'esser beffato; e se son vecchio ho il cervello giovane, e se ho la debolezza del corpo ho la prontezza dello spirito.
Ella trepidò. Ed egli: Affrettati! Non m'ami? .... T'amo, sì! Ma tu qui vedresti un grande tormento! Oldrado e Guidinga verranno a ghermirmi tra poco! ed Ugo barcollò. Ugo! gridò Imilda. E fu così potente la voce di lei, che il cavaliere si scosse, rattenendola e lamentando: Questa è voce di paradiso! Imilda, non fuggirmi! Sono nell'affanno immenso! Non fuggirmi dalla terra!
E allora ripeteva il ritornello assiduo dell'inno eterno: M'ami proprio? Sì, tanto. E perchè m'ami? Ernesta ci pensava senza trovar risposta. Dillo, perchè mi ami? Non lo so; e tu perchè mi ami? Perchè sei bella, perchè sei buona. E anch'io t'amo perchè sei buono, perchè sei bello.... Quale sorriso passò sulle labbra di Leonardo! Sono bello io? Sì, sei bello.... ma non per questo t'amo.
LIDIA. Come può amarmi se sa ch'io amo altrui? AMASIO. È tanto l'amor sviscerato che vi porta che, sapendo che voi non siate vostra ma d'altri, non lascia far cosa per liberarvi dall'amor di questo ingrato di Cintio. LIDIA. Come sapete voi che m'ami? AMASIO. Ragionamo spesso de' vostri amori. LIDIA. L'ho veduto io mai? AMASIO. Come avete veduto me. LIDIA. Ha ragionato meco mai?
E che quindi fo argomento che non risponde con amore a chi l'ama, né con la fede a chi gli è fedele: e non cercando vedermi, come posso creder che m'ami? ESSANDRO. Signora, state sicura ch'egli sempre vi vede. CLERIA. Mi vede, eh? ESSANDRO. Vi vede, vi parla, vi tocca e vi sta sempre appresso. CLERIA. Egli mi tocca e vede? Fioretta, dici da vero? ESSANDRO. Cosí da vero come vi vedo e tocco io.
Non pigliarlo, figlio, ad ingiuria ma a soverchia affezion che portava al nome tuo: quella m'appannò gli occhi e quella sola mi fe' ricevere altri in tuo nome. EUGENIO. Bastami solo, madre, che m'ami e che dopo tanti travagli mora nella patria e fra' miei parenti.
Parola Del Giorno
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