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Il 22, la vittoria coronava l'eroica lotta. Espugnata porta Tosa da Luciano Manara, caduto più tardi martire della causa repubblicana in Roma, occupata dagli insorti porta Ticinese, liberata dagli accorrenti della campagna porta Comasina, separate e minacciate di distruzione immediata le soldatesche nemiche, Radetzky, la sera, non si ritraeva, fuggiva.

Ariberti cresceva incontanente di due o tre cubiti nella stima de' suoi nuovi compagni, e quantunque «umile in tanta gloria», non potè fare a meno di mettersi in contegno. Ah, ah! bene! esclamò Luciano Valerga, quasi parlando per tutti. E con chi, lo scontro? Ignoti! Gente nemica! Allora, non si d

In que' giorni era capitato a Firenze Carlo Luciano Bonaparte principe di Canino, che, dopo aver messo il maggiore scompiglio in Roma, veniva ad aumentarlo in Toscana; vi erano pure capitati i due Romeo, Gio. Andrea e Pietro Aristeo, i quali avevano diretto l'insurrezione delle Calabrie; e dietro loro e con loro gente d'ogni paese e condizione. La sera de' 5, per festeggiare Garibaldi, fu tenuta una straordinaria adunanza del Circolo del Popolo ; «uno fra i Circoli che in Firenze esercitavano la influenza maggiore e la piú notevole», e che «nato nella sala di una quieta e remota contrada della riva sinistra dell'Arno, divenne ben presto cosí numeroso, e di tanto concorso di uditori affollato, che v'ebbe la necessit

FR. Se fondamento nissuno ci è, penso che sia stato cavato dal grande Aristotile, appresso del quale io ho letto essere fra le cose grandi e maravigliose, che l'asino facilmente soglia morire per lo odore delle rose. Il che sapendo e Luciano e Lucio, l'asino in cui si erano trasfigurati sparì per le rose, o veramente che pure sotto questo velamento ci è ancora nascosto qualche altro secreto diabolico, ovvero magico. Perchè in verit

Celestina, invece, gli si buttò al collo, tutta intenerita: Che cuore che hai! dopo tutto, bisogna aiutarli, i propri parenti!... Il giorno appresso, Augusto Marinelli, con un dispaccio in mano, entrò come una bomba in casa Tuccimei e gridò a Macario: È morto di colèra alla Spezia lo zio Luciano e m'ha lasciato ventimila lire di rendita. Che fortuna! che fortuna!

E via di questo passo, Luciano Valerga filosofava su tutto, innalzava ogni cosa a dignit

Apollo s'era messo nei panni di Mercurio: e voglio dire con questo che Luciano si mise l'ali ai piedi per correre in traccia dell'araba fenice dei banchieri e far trovare al suo giovine amico il denaro corrente, coll'interesse ragionevole del seicento per cento.

In che possiamo servirla? mi domanda un giovinotto di pelo rosso come voi. Son venuto, rispondo, per vedere se Luciano Marsigli ha fatto provvigione di denaro a questo banco, per pagare quattro obbligazioni che scadono domani, quindici ottobre. L'altro mi guarda un tratto, con certi occhi che paiono volermi passare fuor fuori.

Vedrete, soggiunse un altro, che Luciano vi nega anche l'esistenza delle ghinee. Difatti, trovatemene una, se vi riesce; gridò con aria di trionfo il Valerga. Ma esistono i poemi, esistono i drammi di Byron, e tu ne fai il tuo pasto quotidiano, s'intende, dopo le bistecche del Mago. Lasciatemi finire. Ho premesso che egli non ha mai scritto nulla nel modo che intendete voi altri lo scrivere.

Ti farei un articolo io; disse Luciano, dopo aver pensato un tratto; ma a qual pro? Col mio modo di vedere in materia d'arte, ti farei più male che bene. Del resto, consolati; Omero diventò famoso nel mondo senza le trombe dei giornalisti. .