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Antonio sottopose le spalle alla cassa armonica, infilò le cinghie, a cui è raccomandata, tolse in mano il cavalletto, e trasformato in Orfeo, andò a spargere i suoni e l'allegria per le strade di Milano. Intanto che egli fa i primi esperimenti della nuova arte, vediamo ciò che succede in un'osteria situata sul corso di Porta Comasina. I bevitori vi sono in gran numero, vuotano bicchieri a profusione, giuocano alle carte e alla mora, e fanno un baccano che assorda il luogo, contaminato da un fumo denso e pestifero di tabacco. Sieno pure i tempi infelici e caro fin che si vuole il vino, ma gli ubbriaconi trovano sempre il modo di soddisfare il vizio. In una stanza appartata siedono ad una tavola due personaggi con davanti un gran fiasco di vino, un piatto di salame, un pollo arrosto, un pezzo di torta, ed altre squisitezze gastronomiche. L'uno è Tribolo, e l'altro il ricco bottegajo, che celebrano la buona riuscita della loro impresa. Tribolo ha l'aria gioiosa e trionfante di chi ha riportato una vittoria. Egli mangia con tanto appetito e gradimento, che è un piacere a vederlo. Fra un boccone e l'altro mostra dello spirito, e dice una barzelletta allusiva alla prossima felicit

Il 22, la vittoria coronava l'eroica lotta. Espugnata porta Tosa da Luciano Manara, caduto più tardi martire della causa repubblicana in Roma, occupata dagli insorti porta Ticinese, liberata dagli accorrenti della campagna porta Comasina, separate e minacciate di distruzione immediata le soldatesche nemiche, Radetzky, la sera, non si ritraeva, fuggiva.

V'era tuttavia chi non sapeva ancora indursi a credere quanto si raccontava, quando il corriere spedito in tutta fretta dal comandante del presidio di Como a Milano, e l'improvviso ordinarsi delle soldatesche che stavano in castello, e il battere dei tamburi che risuonò turbinoso nel rione di Porta Comasina, persuase e colpì tutti quanti.

Egli via, prestamente ebbe guadagnata la porta Comasina, situata poco oltre il ponte Vetere: e uscitone per la strada allora angusta e bistorta, percoteva in fuga il corridore, quando, non essendo molto lontano da Boisio, conobbe di lontano la compagnia di Luchino, che tornava di Mombello.

Queste voci schiamazzate dai cacciatori, ed un urlare e guaire di segugi e di levrieri, un sonare di corni, uno sparnazzare di falchi e di sparvieri, uno scalpiccìo di palafreni e di giumenti, il ragliare della cavalcatura del buffone Grillincervello, traevano i Milanesi a vedere una grossa comitiva, che, col signor Luchino, usciva a caccia dalla porta Comasina, e che dai cittadini faceva esclamare: Oh belloed ai contadini: Povere le nostre campagne