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L'esercito piemontese dopo tante vittorie in tre giorni di lotta eroica disfatto; le linee del Mincio e dell'Oglio perdute; quella dell'Adda insostenibile; tutta la Lombardia riaperta agli eserciti di Radetzky; Milano stessa minacciata; ecco le notizie che dal 25 al 30 luglio giungevano terribilmente gravi nella Capitale Lombarda.

Il combattimento durò fino alla sera; un pugno d'uomini che il Radetzky credeva di sterminare in brev'ora, seppe con impareggiabile valore tenergli testa sebbene decimato. Alla sera, sfiniti, dovettero ritirarsi su Goito e Castelluccio.

Il 22, la vittoria coronava l'eroica lotta. Espugnata porta Tosa da Luciano Manara, caduto più tardi martire della causa repubblicana in Roma, occupata dagli insorti porta Ticinese, liberata dagli accorrenti della campagna porta Comasina, separate e minacciate di distruzione immediata le soldatesche nemiche, Radetzky, la sera, non si ritraeva, fuggiva.

Il maresciallo Radetzky dopo questa battaglia che gli era costata numerose perdite si preparava a valicare il Mincio per impedire a De Sonnaz di ricongiungersi col resto dell'Esercito; intanto Carlo Alberto ordinava i suoi per assalire il nemico e cacciarlo dalle posizioni di Custoza, Sommacampagna e Staffalo, ributtarlo contro il Mincio e togliergli la ritirata su Verona.

Pur troppo, quegli eroici episodî si smarrirono infruttuosamente nel generale disastro; la miseranda catastrofe di Custoza, che doveva ricondurre gli Austriaci alle porte di Milano, sfrondò gli allori dei generosi e coprì di oblío le loro gesta. Il Modena, dopo la restaurazione dell'Austria, riparò a Lugano. L'amnistia di Radetzky fu muta per lui.

Nella notte del 24 marzo 1849 Vittorio il nuovo Re, uscente dalla tenda di Radetzky a cui aveva detto «I Savoia sanno la via dell'esilio non quella del disonore»! galoppava tra i campi seminati dai caduti per la libert

Usciva col Bava e col Sommariva da Villafranca e presso Valleggio attaccò gli Austriaci. Ma l'astuto Radetzky indovinando la mossa aveva moltiplicato le sue forze traendole tutte con se da Mantova e da Verona, e mentre si combatteva accanitamente nei pressi di Villafranca, il Duca di Savoia e il Duca di Genova venivano furiosamente attaccati a Sommacampagna ed a Custoza.

Dopo un'avvisaglia di avamposti al Gravellone, gli eserciti avversari si trovarono di fronte il 21 presso Mortara. Radetzky con rapide mosse aveva spinto i suoi all'attacco; le truppe piemontesi comandate al centro da Vittorio Emanuele, Duca di Savoia, fecero prodigi di valore, ma gli austriaci soverchianti di uomini riuscirono ad impossessarsi di notte della citt

La gioventù di tutte le nostre provincie mandava, un anno addietro, i suoi migliori, come a convegno d'onore, sui campi lombardi; ma io non ricordo che Radetzky li chiamasse mai, nei suoi proclami, stranieri. La negazione assoluta della nazionalit

Soltanto il 13 giugno un armistizio fu proposto da Wessemberg al conte Casati, con basi di pace risguardanti il solo Lombardo; ma non tendeva che a dare un po' di tempo ai rinforzi; e il 18 un dispaccio di Ponsomby avvertiva Palmerston che Radetzky, al quale era stato commesso dal Wessemberg non di conchiudere ma di proporre armistizio, dissentiva, ripromettendosi meglio dall'armi .