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Non faceva più i consueti passeggi fuor della porta Ticinese, da lui chiamata ancora porta Marengo, o lungo lo stradone di Mosca, o fuor dell'Arco del Sempione; andava tutt'al più da casa sua, ch'era in via di san Simone, a un piccolo e deserto caffè poco lontano, tenuto dalla vedova d'un altro suo povero commilitone morto nei gorghi della Beresina. E col

Era una domenica di luglio, non più di una settimana dopo l'incontro fatto di quel suo nemico; e in compagnia appunto del vecchio Lorenzo e di un altro giovinetto artigiano, col quale cominciava ad usare amicamente, aveva pensato fare un po' di festa, andando a merendar con loro fuor della porta Ticinese, in quella vecchia osteria che la tradizione del popolo ha destinata a luogo prediletto di gran ritrovo, in certe epoche dell'anno, e singolarmente nella festa di san Cristoforo.

Diciamo l'esistenza per dire, ma dando retta a Giusto dovremo dire che molti hanno guastato la mano, l'occhio, l'intelletto d'artista, e sono rimasti tutta quanta la vita copisti. Perciò egli aveva piantato il gesso immobile e scialbo, e dando al professore dell'asino, se n'era andato di buon passo fuori di Porta Ticinese, a empir l'occhio di belle linee mobili e di colori trasparenti.

Il giorno sette, cioè sabato, eravamo qui che aspettavamo, di minuto in minuto, gli arrestati della giornata. Ma non abbiamo registrato che quattro imputati di delitti comuni, completamente estranei ai tumulti. Non ricordo bene la data dei primi rivoltosi capitati al cellulare. So che i primi sono entrati alle sei ore mattina, la seconda o terza giornata che fosse dei tumulti di Milano. Erano gli arrestati di porta Ticinese. Sono giunti in uno stato da far piet

Fuor dell'Arco ticinese, che il nostro Lorenzo s'ostinava, come sappiamo, a chiamar porta Marengo, seguendo la ripa del Naviglio grande e quella lunga costiera fiancheggiata di case e di tettoje, vedi in mezzo a un pittoresco gruppo di casali, detti la Cascina Campagnuola, l'antica chiesa di san Cristoforo. Fu dedicata, fin dal trecento, per voto de' buoni Milanesi dopo una fiera peste; e d'allora in poi, ogni anno, nell'ultima domenica di luglio, è costume dell'allegro popolo, divoto delle sue feste e buontempone, d'accorrere a venerare il santo gigante, e a finir la bella giornata nella vicina osteria della Samaritana, vecchia quasi al par della chiesa, e sulle aje e ne' prati che la circondano. È una delle poche feste popolari che ancora durano ab antico. E in quel puoi col

Gigi e Pinella, figli d'operai, abitavano fuori di Porta Ticinese nella stessa casa in due stanze vicine. Erano nati nello stesso anno ed era sorta una specie di rivalit

Il quarto era un giovanotto mingherlino che faceva il tintore in una fabbrica a qualche miglia dalla ripa di porta Ticinese, e che nella giornata di sabato era andato con degli altri a bere nelle osterie senza pagare e a domandare dei prestiti a dei fittabili senza l'intenzione di restituirli. Credevate di fare la rivoluzione? , mi disse egli chiudendo le dita a ventaglio.

Ho anche troppo da fare a tirare innanzi la mia baracca, senza darmi dei grattacapi. Dove sono rimasto? Al signore della carrettella. Egli aveva una micca in saccoccia. Gliela avevano fatta comperare i carabinieri a porta Ticinese per paura che morisse di fame. Io cominciavo proprio ad aver fame. Speravo di vedere mia moglie con la sporta. Povera donna.

Il 22, la vittoria coronava l'eroica lotta. Espugnata porta Tosa da Luciano Manara, caduto più tardi martire della causa repubblicana in Roma, occupata dagli insorti porta Ticinese, liberata dagli accorrenti della campagna porta Comasina, separate e minacciate di distruzione immediata le soldatesche nemiche, Radetzky, la sera, non si ritraeva, fuggiva.

Quanto me ne sa male! Un avventore di meno al mio macello. Il peggio è però di quella buona signora Margherita. Un occhio di sole. Un angelo in carne. Ad un pitocco non diceva mai, Andate in pace; , Tornate domani. Colla penuria che corre, in porta Ticinese nessuno ha patito la fame. Alla mia nonna inferma ogni ne mandava un fiaschetto».