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La Margherita chinava la testa, e colui seguitava: Dunque darlo proprio ad un pitocco. Si, e che preghi per coloro che soffrono, ed anche per coloro che fanno soffrire.

Egli avrebbe bisogno, per rappresentar degli eroi, di vederne intorno a ; ma non ne vede pur troppo; quelli che vorrebbero passare per eroi, invece di destare in lui ammirazione, lo fanno più tosto ridere. Quando la fantasia lo porta fra gli antichi, al fervido pensiero, ei dice: Mi s'attraversa Ubaldo, il qual pur ieri Pitocco, oggi pretor, poco si stima Minor di Giove e spaventar mi crede Con la novella maest

Qual foggia di vita potrai tu forse in questa regione de lupi adoperare, la quale posciati con la utilitade insieme recarti qualche onorevol fama in questo mondo e removerti finalmente quel nome di Cocaio; nome, dico, di somma leggerezza, come il nome di Pitocco ancor io spero di lasciare? Crapula.

Di a poco, furon vedute accostarsi a quella tavola due altre persone, le quali scambiarono prima fra loro qualche sommessa parola, poi un'occhiata col pitocco; e costui si tirò più vicino a Damiano, per lasciar luogo a' nuovi venuti.

«Agenore mio, disse egli, sta per entrare in ballo la tua riputazione di medico, la quale non è veramente gran cosa, ma ha il suo valore; l'estrazione d'una cateratta è delicatissimo negozio anche per l'assistente; bisogna che il dottore Q... abbia un aiuto e non un impaccio; a teoriche, se non sei un milionario, ne hai da spendere; ma in pratica corri rischio di sembrare un pitocco; se domani non riesci a tenere stirata abbastanza la rima palpebrale del paziente, o per allargarla troppo cagioni un arrovesciamento, e guasti il tuo decoro e l'amico Leonardo.... la fai così grossa, così grossa, che non avrai bisogno di farne altre in tutta la tua carriera di medico..... Tu non sei uomo da tentennare nei gran momenti, ma ti conosco, non sai fare l'eroe dinanzi ad uno che soffre.... basta.... basta.... Intanto oggi tocca a te preparare il paziente.... farlo stare in gran quiete stanotte, perchè domani all'alba.... To'!... e l'ambasciata di Leonardo? bisogna farla; egli dice di no, perchè tu faccia di , questo s'intende.

Ogni pitocco e tristo avrá veduto, ed io non avrò visto. Fatevi innanzi, allargate la strada! S'apra la folla, cavalier poltroni! Chi non sa servir dama se ne vada: io vi smaschererei co' mostaccioni. Disse Terigi: Io non ho qui la spada; ma gli altri cavalier, come leoni, cominciano co' gombiti e co' fianchi a sospinger la folla arditi e franchi.

Partito il giovine popolano, non ci volle meno delle otto braccia di que' fedeli amici per tenere costretto a gran forza l'inferocito cavaliere, che tuttavia andava tempestando e imprecando da disgradarne il suo cozzone, e gridava di volere correr dietro e romper l'ossa a quell'audace pitocco, se non per altro, per punirlo d'avergli gittato una sfida. Come si riebbe un poco da codesta furia, per verit

LIMERNO. Via piú asinale. MERLINO. Da quanto tempo in qua sei tu cosí delicato e schivoso devenuto? non ti fai, se mi rammento bene, chiamar Limerno? LIMERNO. Limerno son per certo. MERLINO. Limerno Pitocco? LIMERNO. Io son pur desso.

CORONA. Troppo son certa io de la lui malizia, il quale fingesi «pitocco» e furfante per dar bastonate da cieco. PAOLA. Tu non sai la cagione. CORONA. Cosí non la sapessi! PAOLA. Dimmi, qual è? CORONA. Per farci morir tutti spacciatamente di doglia, acciò piú oltra non avesse chi gli gridasse in capo. PAOLA. Tu te 'nganni grossamente. CORONA. Anzi pur tu te 'nganni. PAOLA. Come?

E perchè dunque vendi il marchese, se ti pagava? Ho io forse detto che mi pagasse bene? Malissimo mi pagava, e non conobbi al mondo capitano più pitocco di lui. Però mi chiamo fortunato d'esser caduto nelle mani dei suoi nemici. Dunque ti ostini a voler la paga prima dell'opera? Per finirla in due parole, fate così: met