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Aggiornato: 2 giugno 2025
49 Vede lontan non sa che luminoso, e trova la corazza esser del conte; e trova l'elmo poi, non quel famoso ch'armò gi
Sì parla, e 'n braccio da la madre prende Il caro germe; ed ei rivolto al lume, Che da l'elmo paterno intorno splende Pargoleggiando ne trattò le piume; Alceo lo bacia, indi a la madre il rende: E non è, disse, di fanciul costume Trastullando affisar ferri sì tersi; O ce lo guardi il ciel da' casi avversi.
Da la battaglia dianzi lo rimosse un gran disio di bere e di riposo; e poi, mal grado suo, quivi fermosse, perché, de l'acqua ingordo e frettoloso, l'elmo nel fiume si lasciò cadere, né l'avea potuto anco riavere. 15 Quanto potea più forte, ne veniva gridando la donzella ispaventata.
L'offeso, pieno di sdegno, gettato lo scudo, afferrata la spada a due mani, percosse su la testa dello Stendardo; questi, che stava troppo bene su la guardia, fu presto a ricoprirsi il capo dello scudo; la spada cade, taglia lo scudo, il cimiero, l'elmo, e forse gli avrebbe diviso la testa, se non che il ferro col quale era fissata nell'elsa, si torce, e però la sua forza cessava sopra la cuffia di ferro: il feritore vedendo il nemico stordito, senza porre tempo tra mezzo, gli si spinge addosso, afferra con la manca la sua destra, e così forte gli contorce le ossa, che mandarono uno scricchiolare, come se fossero stritolate; lo Stendardo dal gran dolore rinviene, e lascia andare lo stocco; il Cavaliere del fulmine si avanza con la sua gamba destra tra le gambe dell'avversario, e con la mano tuttavia armata dell'elsa, di tanto grave punzone lo pesta nella visiera, che senza pure aver tempo d'invocare i Santi, di nuovo spasimato lo rovescia sul terreno; il feritore seguendo la sua vittoria trae il pugnale, si china, gli taglia il cuoio della visiera, e gli grida che si renda; nessuna risposta: lo Stendardo aveva la faccia piena di morte; su la bocca, e sul naso una spuma sanguinosa, intorno gli occhi un lividore quasi nero; ben fu due e tre volte tentato il Cavaliere del fulmine di conficcargli la lama del pugnale nella gola, e l'alzò, ma poi, come sdegnoso di tale atto, che il costume del tempo non considerava per vile, gli prese la spada, e lo lasciò privo di sentimento sul campo.
26 Lo ritrovar che senza cibo stato era tre giorni, e in modo lasso e vinto, ch'in piè a fatica si saria levato, per ricader, se ben non fosse spinto. Giacea disteso in terra tutto armato, con l'elmo in testa, e de la spada cinto; e guancial de lo scudo s'avea fatto, in che 'l bianco liocorno era ritratto.
L'acciar temprossi ne la Siria terra Con lungo studio, e tra' miglior si scelse; E d'oro, e di diaspro ove ei si serra, Diaspro, ed or per nobile arte è l'else; Poscia su l'elmo, alto ornamento in guerra, Penne di più colori ergono eccelse, Penne, cui rimirar senza paura Alma di cavalier non è secura.
Offriva un bel quadro, la caminata di Gioiosa Guardia, in quella sera di marzo, al lume delle tre grandi lucerne d'argento, i cui dodici lucignoli, diradando le ombre senza cacciarle del tutto, lasciavano intravvedere lungo le alte pareti i ritratti di quattro o cinque generazioni dei Fieschi, soldati e marinai, ambasciatori, vescovi, cardinali e papi. Ma lo sguardo era maggiormente attratto verso il camino, onde la sala prendeva il suo nome di caminata; gran camino di pietra nera scolpita, sul cui alto stipite sorgeva lo stemma dei Fieschi, col suo elmo di fronte, carico di svolazzi e fogliami, donde apparivano affrontati il gatto sedente e il basilisco nascente. In quella mezza luce non si poteva leggere il motto: sedens ago, scolpito in una fascia tra l'elmo e lo scudo; e questo solamente si ricorda per amor d'esattezza. Davanti al camino, un po' lontano dal capo della tavola, sull'alto scanno comitale sedeva madonna Bianchinetta, tutta vestita d'ormesino nero, con la sua cuffiettina della medesima stoffa marezzata, donde sbucavano sulle tempie le ciocche dei capelli bianchi come neve, tanto belli a vedersi nelle case che serbano il culto della dolce famiglia. Alla destra di lei stava la contessa Juana, ma seduta più in basso, in modo da potere ad ogni tanto piegar la testa sul bracciuolo dello scanno, e i suoi capelli nerissimi alle carezze della vecchia signora. I detrattori delle suocere avrebbero dovuto ritrovarsi un po' l
118 Eragli meglio andar senz'arme e nudo, che porsi indosso la corazza indegna, o ch'imbracciar l'abominato scudo, o por su l'elmo la beffata insegna; ma per seguir la meretrice e 'l drudo, ragione in lui pari al disio non regna. A tempo venne alla citt
75 e fe' che 'l suo amator ratto soccorse, che sotto acqua il destrier tenea sepolto, e de la vita era venuto in forse, e senza sete avea bevuto molto. Ma aiuto non però prima gli porse, che gli ebbe il brando e dipoi l'elmo tolto. De l'acqua mezzo morto il trasse, e porre con molti altri lo fe' ne la sua torre.
126 Ruggier che la donzella a mal partito vide giacer, non differì il soccorso, or che l'agio n'avea, poi che stordito da sé lontan quell'altro era trascorso: ferì su l'elmo il Tartaro; e partito quel colpo gli avria il capo, come un torso, se Ruggier Balisarda avesse avuta, o Mandricardo in capo altra barbuta.
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