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Aggiornato: 22 luglio 2025
Passò una notte agitatissima ed insonne, e pareva, tanta era la sua inquietudine, che ad ogni momento s'aspettasse lo scoppio del fulmine che doveva distrarre ogni suo bene terreno. E il fulmine precipitò verso mezzogiorno. Lisa e suo padre, dopo l'asciolvere stavano nel salotto, quando una violenta scampanellata risuonò dall'uscio dell'appartamento.
Passò una notte insonne, non però troppo agitata. Forse le aveva giovato il calmante ordinatole dal dottor Boni e preso sul far della sera; forse della morte, non lontana ma non imminente, ella pregustava la pace senza provarne ancora i terrori. E anche i suoi vicini di camera erano meno inquieti quella notte: quando il tintinnio dei primi campanelli eccheggiò negli anditi era gi
L'aveva tenuta in casa, da fanciulla, presso la macchina da scrivere, e ogni sera Folco vi aggiungeva una pagina di note o di traduzione. La busta sapeva la povera vita oscura d'altri tempi. Gioconda vi aveva, più di una notte insonne, posato il capo a piangere, l'aveva serrata al petto con furore, quasi la busta avesse contenuto, inesplicabile e misterioso, l'avvenire di lei.
Le sfiorò la fronte con un bacio lieve, e la lasciò. Ancora il giuoco degli specchi, nel passaggio, lo fece sussultare; poi, aperto il finestrino della sua cabina, si abbandonò sul lettuccio. Con gli occhi alla luce trionfante, abbacinato, cullato dal moto del treno dopo la notte insonne, sentì il suo pensiero annebbiarsi. Era partito la sera precedente? Non era passato un tempo lunghissimo, dal momento che aveva ricevuto la lettera di Rosanna? Quante cose, nel giro di poche ore! L'attesa alla stazione, il pericolo sulla linea ingombra, la corsa lungo il binario.... Ma quanti maggiori mutamenti nelle disposizioni del suo cuore, quanti più gravi avvenimenti nella sua intima vita! Dalla gioia al pensiero di rivederla dopo tanta separazione, al proposito di rimproverarla acremente per il lungo abbandono; dalla paura di perderla spaventosamente in uno scontro di treni, all'ebbrezza di stringersela viva sul vivo cuore; dalla rivelazione della possibilit
S'era decisa lì per lì, nell'inquietudine di quella notte insonne. Le far
Il domani, per tempissimo, quando Loreta, colle tracce in volto di una notte insonne, accingevasi a scendere da Bianca, fu sorpresa dal veder comparire con un fascio di volumi elegantemente legati il servo di Alvise, il quale dicevasi inviato dal conte a portarle i libri ch'ella gli aveva domandato la sera precedente.
Una notte egualmente insonne ed angosciosa era stata anche quella passata dalla contessa di Verdara. Soccorsa Massimiliana, ella era discesa a cercare di Ermanno, con l'idea dello strazio a cui doveva essere in preda. Non l'aveva trovato, e la sua preoccupazione era cresciuta. Aveva allora pregato suo marito di far venire la carrozza, non fidandosi più di assistere a quella lugubre festa.
Sulla piazza di Nervi, a capo del lungo viale fiancheggiato di palme che conduce alla stazione, Roberta salì in una carrozza, ordinando di portarla a Genova; e quando fu seduta, avvertì la greve stanchezza della notte insonne, la debolezza estrema per il sangue perduto in quello sbocco furioso. Ebbe paura; il male poteva riprenderla, ucciderla sulla pubblica via.
Quel conoscitore, adoratore, insonne inseguitore del libro, del libro per sè stesso in ogni lingua, edizione, materia, data, non affidò il proprio nome che ad un solo lavoro stampato: il Commento al Codice Zanardelliano, composto in parte durante i battaglieri anni del suo insegnamento nell’ateneo pavese.
io sol padrona a me, solo a me schiava, non ti condanno, nè ti assolvo. Penso che soffri. E accolgo il tuo soffrire immenso in me, qual getto di bollente lava: di me lo impronto, in me il trasmuto, al cuore tuo lo ridono in pura insonne fiamma converso. Or parti, col tuo chiuso dramma assunto a luce
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