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Ch'è del guascon? non ebbi in vita mia tal dolor, per la Vergine Maria. Gano a quel detto ha la testa inchinata, e si fece la croce e aggiunse tosto: Laudata sempre e non mai bestemmiata. Voi potete ben credere ha risposto che per me indifferente non sia stata questa faccenda. Io sperava all'opposto; ma le cose avvenute, o bene o male, arcani son del giudice immortale.
Tutto Parigi stava in attenzione su' scherzi di Marfisa e del guascone. Terigi fece dir da don Gualtieri a Rugger che troncasse quella trama. A Filinoro avea detto Ruggeri che cercasse altra casa ed altra dama. Il guascon gli rispose: Volentieri; ma fe' peggior effetto il porre in brama, ché la difficoltate ed il timore fe' cercar nascondigli e punti ed ore.
Sorridendo Marfisa soggiugnea: O vile, o pidocchioso, o miserando! voi mi movete il vomito, da dama; non dite piú, questo parlar v'infama. C'è Filinor guascon, che, benché paia un poveruomo, ha in cor de' gran luigi; e basterá ch'io mandi una ghiandaia, ché gli fo grazia a chiedergli servigi. Credei farvi finezza, allocco, baia, cavalier delle fogne di Parigi!
Ferraú sembra incantato da Armida e non intende questo caso strano. Olá, zitti, si calmi e si divida, gridava dal palchetto ogni pagano; il teatro è commosso in tutti i lati, e i comici si stan co' visi alzati. Il guascon l'influenza vuol fuggire e del palchetto aperto ha giá la porta: di stizza la bizzarra ecco svenire; nelle braccia d'Ipalca è mezza morta.
Una lettra il guascon poco modesta, che ancor fresco ha l'inchiostro, va leggendo, e la tien tanto aperta e sí palese, che leggerla potesse anche il marchese. In fronte avea la lettera: «Cor mio!» il contenuto non lo voglio dire; basti saper che il fine era un addio da far di tenerezza un uom svenire.
Dodone incominciava a lusingarsi che i scrittoracci avesser decadenza; ma il mal, che aveano fatto, a ripurgarsi non bastava una quarta discendenza. Or del guascon bisogna ricordarsi, ch'era fuggito e in bando per sentenza, e va maledicendo il suo duello; ond'io ripiglio traccia dietro a quello. Fece due leghe di cammino a piede, e ancora della cesta non s'avvede.
Scommetterei, sorella, che se sposa t'esibisci al guascon, ch'è tuo piacere, la tua gioia, il tuo core, la tua rosa, e che speri che t'ami di sapere; ei rivolge il discorso ad altra cosa, facendo il sordo o albanese messere, ché quanto piú vizioso è l'uomo e franco, men vuol Marfise per ispose al fianco.
Il marchese sudava e sospirava per qualche gesto che lo trafiggeva, e peggio, ché il guascon mai non partia, ma volea ch'egli primo andasse via. Correa d'aprile il bel mese ridente, e s'aspettava il giugno agli sponsali. Il Tauro in ciel minacciava sovente alla teda d'imen futuri mali. Nascean de' gran sospetti veramente di scioglimento ancora in fra i mortali.
Véstiti in lungo tosto, e m'ubbidisci: questa scritta nuzial restituisci. Poi della lettra e del guascon sfacciato gli narra. Don Gualtier facea stupori: poscia in veste talare s'è avviato alla magion di Risa a far rumori; e poiché il caso e il comando ha narrato del padron suo, la scritta trasse fuori. Sopra d'un tavolin la pose, e poi volge le spalle e va pe' fatti suoi.
Ferraú con un «oh!» d'ammirazione volle abbracciar l'amico e a mezzo resta; Marfisa con un «ah!» di soggezione rimase con la faccia bassa e mesta; Ipalca con un «uh!» di confusione si cacciò la bauta sulla testa; Ruggero con un «eh» si morse un guanto, ed io coll'ipsilon termino il canto. Ritrova Orlando in luogo stran Morgante. More il guascon per la filosofia.
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