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Aggiornato: 10 maggio 2025


Anche Anselmo cigne l'acciaro malgrado la sposa che dolcemente lo prega a restarsi, o a condurla seco. No, non seguire tant'ira, dolce amor mio, abbandonare questa misera a cui tu solo sei vita. Lascia al padre il peso di tanta guerra, e tu resta a difendere queste torri: ten prego pei primi nostri affetti, non allontanarti da me: sento che questo può riuscirti fatale, sento che noi non dobbiamo dividerci. Deh vorrai opporti all'amore della tua sposa la prima volta che trema sul tuo periglio? Che se tanta è in te sete di gloria e di sangue, che si chiuda il tuo cuore alle mie preghiere, consenti che io pure combatta al tuo fianco e teco divida il destino dell'armi: io mi porrò fra te e il ferro nemico, vi avr

Sentir non basta natural dolcezza A' cari vezzi di crescente prole; Non basta ch'uomo obblii truce fierezza, Come nel suo deserto il leon suole Quando sul leoncel ch'egli accarezza Spiegar le insanguinate ugne non vuole; Non basta ch'uom de' figli suoi le strida Tolleri, aïzzi, e i giochi lor divida.

Com'ella vide rimossi i crudi che voleano farle violenza, tenendosi tuttavia stretta al suo amico, poichè l'affanno le permise la voce, con incredibile coraggio franca e deliberata gli rispondeva Non isperate mai,... mai ch'io mi divida da lui: trafiggetemi, ponetemi in brani, io non lo lascerò,... morirò con lui... io fui la cagione, egli è innocente... Niuno s'attenti di avvicinarsi, non sento parole... e chi, chi siete voi che mi parlate d'onore... se perdo tutto?...

Fu prima Marcellina a sciorre quella soffocata ambascia, più avendo mente ov'ella si fosse, più la giovanile timidezza ponendo freno al suo sentire, disperatamente dimandava lo sposo e aperto manifestavagli l'interno affanno. Dunque io che ti amo, cui solo era dolce il pensiero di teco vivere i miei , io sarò cagione della tua morte?... e tu che ora qui palpiti a me vicino, che stringo con tanto amore al seno, che mi ami, tu, mio Girani, mio sposo... dovrai?... oh Dio! ahi disperato pensiero! ed io in tanto?... io sola?... Ah no! ch'io teco divida questo istante funesto... io t'infonderò coraggio, e mi sar

E sarei morto, certo, se non me ne campava la speranza di tornare ove fosse e fare in modo ch'ambo siam prima d'esta salma scossi che lontani o divisi; in fin che 'l cielo, che ci ha congiunti, ne divida e sparta. Dica pur quanto vuol ciascun; ché, al fine, è pazzo quel che ne' propri interessi, per viver sol sotto costumi e usanze, se ne governa come piace altrui. Usciremo or d'affanno.

Ma, Giovanni, tu lo sai se io divida il tuo fuoco, il tuo desio; se al primo volger di una luce fra tante tenebre, or son pochi anni, mi ricacciai in Europa, rividi gli amici; se tentammo: ci parve avere ottenuto alcun che; ma ahimè! nobili ed entusiasti giovani caddero sul patibolo o morirono nelle prigioni o nell'esiglio, ed io miracolosamente salvato feci ritorno in America.

Non c'era giorno che fra le cognate passasse senza rimproveri e grida: Rugger le ha mille volte separate, perché l'una con l'altra non s'uccida. Talor non mangia a mezzo, e le ha lasciate a mensa in man del ciel che le divida, e poi la notte dalla moglie avea tormenti che portar non gli potea.

da l'antiche leggi, per le nove, sia mai, se non Iesú, che ti divida, lo qual non pur è saggia scorta e fida, ma via che da vertú non si rimove. «Omnia quaecumque voluit Dominus fecit in coelo et in terra». DAV. Egli farsi uomo sol per te non sdegna, e guida tal, che 'n questo uman errore conduceratti di salute in porto. Io ben intesi di tal voce il sòno; ma, lasso, che servarla fui poi tardo!

Non sará vento mai che ti divida, stanne sicuro, dal governo loro, che la sua luce altéra nol conquida. Quel di Vinegia sommo concistoro muove sotto costei lo gran stendardo e pose in man de l'Orso il leon d'oro: Orso non men di senso che di guardo, pronto a le imprese, liberal e schietto, veloce al perdonar, a l'onte tardo.

Ferraú sembra incantato da Armida e non intende questo caso strano. Olá, zitti, si calmi e si divida, gridava dal palchetto ogni pagano; il teatro è commosso in tutti i lati, e i comici si stan co' visi alzati. Il guascon l'influenza vuol fuggire e del palchetto aperto ha giá la porta: di stizza la bizzarra ecco svenire; nelle braccia d'Ipalca è mezza morta.

Parola Del Giorno

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