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Aggiornato: 18 giugno 2025
Un odore assai fioco, odor quasi d'incenso che per un tempio immenso vanisca a poco a poco, da 'l giglio umile sale divotamente a 'l cielo. Trema il languido stelo. O Vas spirituale! Ne le sue nubi avvolta la Luna si riposa, come in profondo letto. Ridendo, a volta a volta, sorge come una sposa ignuda a mezzo il petto.
E passan agili coppie fugaci: corpi di giglio, spume di rosei veli, auree treccie, lenti bisbigli, carezze lente.... bellezza e musica, eterna e vana fata morgana: follia di danza, fresca esultanza di gioventù!...
Non amate le rose? le chiese Paolo Spada. .... Sì. Forse amate qualche altro fiore, specialmente? No, nessun fiore, specialmente. Io ho amato molto il giglio, una volta, poi le violette di Parma, poi le orchidee.... Che sono, le orchidee.... Certi fiori molto rari, molto strani.... Non li conosco mormorò ella, distratta. Pure, un lieve pallore l'aveva scolorita. Egli non se ne accorse.
E cresciuta, ha sofferto, ha lavorato, Ti piange: su le punte dei coltelli Passò, ma nei pensosi occhi ribelli Rise un sogno inspirato, Rise il fulgor d’una possente fede: Ed ella vinse; ed or, fiera qual giglio, Armata in campo, intrepida al periglio, Ama, combatte, crede.
Sventolava di mezzo alle prime la guelfa bandiera in campo bianco coi giglietti di casa Angioina, e l’aquila rossa e un verde serpente fra’ suoi artigli; ed una eguale per mezzo le schiere de’ Fiorentini, senza quel serpe, aggiuntovi solo il giglio rosso del Comune e il sesto della citt
Giulia la lasciò cadere di piombo sul letto ed ella stessa, prorompendo in un acuto grido, si gettò all'indietro, col seno scoperto, con la faccia immersa come un giglio nel volume delle treccie nere. Lorenzo dovè tornarsene in paese per il medico.
Il volto di quella donna era florido, giocondo e bello; e pareva più bello sotto quel velo nero e in quell'abbigliamento; era un giglio sopra il manto di una bara. Se ne avvedeva, se ne teneva. E che mai, mio Dio, era ella andata a piangere in quel luogo?
E tu, prostituta del mondo, che sai tutti i baci, vampiro che succhi ogni vena con labbra voraci, tu fosti a quegli occhi la fata dormente nel chiuso giardino, il giglio lontano e divino, la bocca non anco baciata.
E quel nasetto che stretto a consiglio par con colui c’ha sì benigno aspetto, morì fuggendo e disfiorando il giglio: guardate l
Ma, sia quel che si vuole, e' non è cosa che abbia sentita la grandine. Come io la viddi cosí fatta, fugge, sorelle, e serra l'uscio! E so che, per me, non ve tornarei sola; e, se qualcuna di voi non mel crede e voglia chiarirsene, io gli prestarò la chiave. Ma ecco Giglio.
Parola Del Giorno
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