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Aggiornato: 16 luglio 2025
Fiordalisa! esclamò messer Dardano. Chi è costei? Spinello, dalla eminenza su cui stava seduto, udì le parole di messer Dardano e si volse di schianto. Che avete detto, messere? Perchè quel nome, pronunziato da voi? Perdonate, maestro; rispose messer Dardano, turbato da quella escita improvvisa, ma più assai dalla strana animazione del viso di Spinello.
Ma il guaio era questo, che egli ci sarebbe stato quind'innanzi, non più per far tesoro di sensazioni dolcissime, bensì per esprimere su d'una tavola ingrata ciò che i suoi occhi vedevano così bene, e che le dita avrebbero reso così male. Madonna, diss'egli a Fiordalisa quella medesima sera, vostro padre desidera che io mi provi a ritrarre le vostre sembianze. Lo consentite voi?
Fiordalisa fremette a quelle parole di minaccia. No, Spinello, amico mio, non giurate la morte di nessuno. È la vostra Fiordalisa che ve ne prega. Chi siamo noi per farci giudici, dov'è la mano di Dio? E tu ed io, soggiunse ella abbassando la voce, siamo forse così puri, nel profondo dell'anima, per non aver mestieri di perdono davanti alla giustizia degli uomini ed alla misericordia di Dio?
Eh, che vi pare? continuò il Chiacchiera. Non la riconoscete? La figlia del maestro! gridò Lippo del Calzaiuolo. To', è vero; soggiunse Cristofano Granacci. È madonna Fiordalisa. Infatti, disse a sua volta Parri della Quercia, è proprio lei, o una che le somiglia di molto. Ma perchè dicevi tu dianzi che il maestro non ha veduto questo disegno!
Pure, notò il Chiacchiera, questo Spinello, che non è un pittore, e neanche un principiante, con due tratti di penna ce l'ha fatta ravvisare alla prima. Bella forza! esclamò Tuccio di Credi. È una somiglianza ottenuta nel complesso; buon per lui che non è andato ai particolari. La sua parsimonia gli ha fatto buon giuoco. Vedete qua; con due tratti di penna vi ha data un'aria di madonna Fiordalisa.
Abbiamo veduto Tuccio di Credi così stralunato! Ah, Fiordalisa! Si sentirebbe male? Un po' di stanchezza; non è nulla; rispose mastro Jacopo, ma con un tono di voce che contrastava con le parole. Il caldo della sala da pranzo...le nostre chiacchiere!... Gi
Spinello non mangiava e non beveva che a fior di labbra. Guardava Fiordalisa. Stava a sentire i motti, sorrideva ai complimenti, accettava gli augurii, ma senza meditarci su. Guardava Fiordalisa. Di tanto in tanto, facendo uno sforzo di volont
Iddio misericordioso vi restituisce al vostro povero Spinello? Madonna Fiordalisa, commossa da quel grido, in cui parlava un amore infinito, chinò la testa su lui. E il povero Spinello, insieme con la certezza di avere ritrovata la sua Fiordalisa, ebbe il secondo deliquio. Dio, soccorretemi! gridò madonna Fiordalisa. Questo poveretto mi muore nelle braccia.
Passarono giorni, passarono settimane, e le lagrime di madonna Fiordalisa si rasciugarono. Ma non cessava altrimenti il dolore. Di che vi accorate? le disse un giorno il suo carceriere. Spinello, a cui pensate in silenzio, di cui vagheggiate l'immagine, Spinello non pensa più a voi. Ella rizzò la testa, e diede al Buontalenti un'occhiata sdegnosa.
Fiordalisa ebbe una scossa al cuore, ma una scossa piacevole oltre ogni dire. Arrossì da capo, e, con un fil di voce, così rispose a suo padre; Quello che voi farete....
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