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Aggiornato: 16 luglio 2025
Intorno alla povera Fiordalisa era una confusione, un tramestio da non dirsi a parole. Tutti volevano esser utili, tutti si confidavano di farle ricuperare i sensi. Prime le donne, che si erano affrettate a slacciarle la veste. Spinello e gli altri uomini, mossi da un sentimento di rispetto, si ritrassero in disparte. Alcuni, obbedendo ai comandi della vecchia zia, che prendeva ad esercitare l'autorit
Anch'egli aveva amato Fiordalisa, ma senza speranza, prima che Spinello Spinelli entrasse in bottega di mastro Jacopo e innamorasse la bella figliuola del pittore. Per altro, avrebbe voluto che gliela rubasse un altro; il Buontalenti, per esempio, o il primo venuto tra i cavalieri d'Arezzo. Egli certamente avrebbe odiato il rivale, ma non così fieramente come un compagno d'arte, la cui felicit
Tralascio molti altri particolari e vi dico alla svelta che madonna Fiordalisa era una piccola perfezione. Un non so che di virgineo, d'infantile, di fresco, traluceva, traspariva da quei soavissimi contorni. Si pensava, vedendo lei, ad Eva appena nata, a Venere uscente dalle spume del mare, e insieme a quei frutti saporiti, giunti a maturit
Non c'ora, per altro, da ingannarsi a quelle apparenze, Quando Fiordalisa potè finalmente parlare, gli chiese risoluta: Dove mi conducete voi? Dov'è mio padre? Il Buontalenti increspò le labbra ad un mezzo sorriso e pacatamente rispose: Madonna, voi siete morta per tutti, così per vostro padre, come per ogni altro cittadino d'Arezzo.
Nè basta a lui di essere in tal condizione d'agiatezza, che gli consenta il lusso di due o tre donne di governo. Fossero anche dieci, esse non valgono l'occhio ed il cenno di una buona massaia. Perciò, immaginate con quanti graziosi artifizi madonna Fiordalisa s'industriasse a insinuare bel bello nella mente di suo padre che la figliuola di un artista non doveva sposare che un artista.
La cosa tornava bene all'umore bizzarro di mastro Jacopo; ed egli aveva fatta sua l'ideina germogliata nel cervello della sua Fiordalisa.
Ma se Spinello non era ricco, aveva tuttavia una gran forza per sè; era giovine e innamorato morto. Madonna Fiordalisa era la figlia d'un pittore. Vedete come il destino aveva disposte le fila! Anche lui era un pittore, o almeno poteva diventarlo; poichè l'inclinazione c'era, ed anche una certa pratica naturale.
Del resto, le noie erano un retaggio del futuro, e Spinello viveva affondato nel presente, si beava negli occhi di Fiordalisa, anche lei oppressa dalla gioia, piena d'un senso nuovo, che non aveva tempo a studiare. Perchè, poi, ci avrebbe studiato su? Il mondo le pareva una gran bella cosa, e questo era l'essenziale.
Era la confusione del calendario; ii maggio in ottobre! E sotto alle finestre della casa si affollavano i cantori popolari, per festeggiare le nozze di madonna Fiordalisa coi loro rispetti, frammezzati da certe rifiorite, che era una delizia a sentirle.
Ora, i giovinotti d'Arezzo non s'erano mica indugiati per istrada; avevano scoperto subito la bella fiorentina, l'avevano scovata, levata, come i suoi concittadini avrebbero levato il grillo dal buco, la mattina dell'Ascensione. Fiordalisa non esciva di casa che i dì di festa, per andare nel Duomo vecchio agli uffizi divini.
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