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Aggiornato: 14 luglio 2025


Giungeva fioco il suono del pianoforte, e inintelligibile, aumentando la malinconia della luce, quasi cullando la sonnolenza dell'aria.

38 Turbossi nel principio ella non poco, divenne rossa, ed ascoltar non volle; ma il veder fiammeggiar poi, come fuoco, le belle gemme, il duro cor fe' molle: e con parlar rispose breve e fioco, quel che la vita a rimembrar mi tolle; che mi compiaceria, quando credesse ch'altra persona mai nol risapesse.

Nel cortile scalpita la cavalcatura del signor de Emma: s'ode qualche belato fioco come venisse di sotterra. Il colloquio nello studio si prolunga. Un passo s'avvicina. È Baccio che torna. Don Luigi e il dottore gli vengono incontro a' piè della scala. Sento il sacrestano che dice: In casa non c'è. Poi entra; la porta dello studio si chiude di nuovo. Nessuno si ricorda di me.

sempre con l'arte sua la fara` trista; e se non fosse che 'n sul passo d'Arno rimane ancor di lui alcuna vista, que' cittadin che poi la rifondarno sovra 'l cener che d'Attila rimase, avrebber fatto lavorare indarno. Io fei gibbetto a me de le mie case>>. Inferno: Canto XIV Poi che la carita` del natio loco mi strinse, raunai le fronde sparte, e rende'le a colui, ch'era gia` fioco.

Quiv'era men che notte e men che giorno, si` che 'l viso m'andava innanzi poco; ma io senti' sonare un alto corno, tanto ch'avrebbe ogne tuon fatto fioco, che, contra se' la sua via seguitando, dirizzo` li occhi miei tutti ad un loco. Dopo la dolorosa rotta, quando Carlo Magno perde' la santa gesta, non sono` si` terribilmente Orlando.

d'innanzi mi si tolse e fe' restarmi, <<Ecco Dite>>, dicendo, <<ed ecco il loco ove convien che di fortezza t'armi>>. Com'io divenni allor gelato e fioco, nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo, pero` ch'ogne parlar sarebbe poco. Io non mori' e non rimasi vivo: pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, qual io divenni, d'uno e d'altro privo.

Quiv’ era men che notte e men che giorno, che ’l viso m’andava innanzi poco; ma io senti’ sonare un alto corno, tanto ch’avrebbe ogne tuon fatto fioco, che, contra la sua via seguitando, dirizzò li occhi miei tutti ad un loco. Dopo la dolorosa rotta, quando Carlo Magno perdé la santa gesta, non sonò terribilmente Orlando.

Elle rigavan lor di sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a' lor piedi da fastidiosi vermi era ricolto. E poi ch'a riguardar oltre mi diedi, vidi genti a la riva d'un gran fiume; per ch'io dissi: <<Maestro, or mi concedi ch'i' sappia quali sono, e qual costume le fa di trapassar parer si` pronte, com'io discerno per lo fioco lume>>.

ben so ch'a dir di voi sarebber mute le lingue tutte: e qual prosa rima poria cose aguagliar, che poscia o prima non furon mai, saran mai vedute? Tacciomi dunque fuor gelato e fioco, per tema di scemar chiare lodi, ma dentro infino al ciel notte e grido: ringraziando le stelle, il tempo e 'l loco, gli sguardi, gli atti, le parole e i modi, che mi donaro a cor gentile e fido.

«No. Non soffrivo punto; ma avevo una gran pena a dirlo. Pareva che la sede della mia voce fosse scesa in fondo in fondo al petto; l'azione della gola era insufficiente per attingerla. Risposi una volta o due con accento fioco, poi la voce non venne più. Movevo le labbra ma non usciva nessun suono. Intorno dicevano: « Oh Dio! Oh Dio! perde la parola; non parla più; il veleno ha gi

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