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Aggiornato: 30 aprile 2025


LISTAGIRO. Io son forzato, poi che ti veggio esser cosí magnanimo. Mi vo' fidar di te. Le bolge e i libri ch'oggi ti lasciai in man...? PILASTRINO. Son ben qui presso. LISTAGIRO. Ordina, adunque, come t'ho insegnato, ogni cosa ivi in terra. Truova i cuori di colombi e di gufi; e ben rassetta tutti quegli instrumenti e quei sacchetti e libri; e fa' da te quella orazione.

Mancato un tanto re, papa Martino faceasi a riparare la ruina del regno, e avvantaggiarne la romana corte. Incontanente, col voto del sacro collegio, die' compagno ad Artois il cardinal Gherardo legato; ambo dicendo deputati dalla romana Chiesa a baiuli del regno, finchè il principe di Salerno non esca di prigione, o il papa altrimenti non voglia : sottile accorgimento, che ammoniva la casa d'Aragona a non fidar troppo sul valore del pegno ch'avea in mano; e ricordava al mondo la pretensione del dominio del papa sul reame di Sicilia, di cui teneasi vacante il trono, o dubbia la persona del re. Indi i diplomi del tempo variamente s'hanno intitolati e senza legge, or col nome di Carlo primogenito del principe di Salerno, or con quello più vago di eredi e successori di Carlo I, e talvolta vi si aggiungono i nomi de' due baiuli, o leggonsi questi soli . Più salutare consiglio fu quello di mandare ad effetto la riforma, non compiuta nei capitoli di Santo Martino, ove la principalissima parte, rimessa al papa, restava incerta come per l'addietro. Or Martino da senno volle i nuovi ordinamenti; come alla giustizia si ha ricorso ove adoprar non puossi violenza. Scrivea essere stato richiesto di quella riforma da re Carlo al tempo dell'andata a Bordeaux, e or novellamente; averla maturato a lungo; di presente promulgherebbela . Aggiunse un sussidio di centomila lire tornesi perchè Artois s'armasse alla difesa . Le quali provvisioni e la saviezza e robusta man dei reggenti, massime d'Artois, sostennero il trono, o vacante, o dubbio tra un prigione e un fanciullo, con sudditi vogliosi di novit

Sire, non vi lasciate illudere dai cortigiani. Essi vi dipingeranno lo stato queto al di dentro, sicuro al di fuori. Essi mentono al re; voi passeggiate sopra un vulcano. Guardatevi intorno; scendete nel vostro cuore. Voi non potete fidar nel presente; voi siete incerto dell'avvenire.

Ma tu, pedante, piú d'ogni altro da poco e ignorante, questi sono gli ammaestramenti che tu gli hai dato? Di che mi devo fidar io, se avendoti tolto dalla zappa e dalla vilissima pedanteria t'ho fatto padron della casa e di mio figliuolo, e or me ne rendi cosí iniquo guiderdone? PROTODIDASCALO. Here, non detestare la famigerata mia arte.

Di quello che aveva inteso e veduto a C... le era rimasto qualcosa che la consigliava a non si fidar nel futuro; e sebbene la fanciulla avesse promesso di non essere d'altri mai; si mescolava a quella memoria l'immagine del signor Fedele, come quella d'un drago delle tante favole, che alla fine l'avrebbe costretta.

PIRINO. Mi vo' fidar della tua fede, ché non manchi di fede a chi si fida nella tua fede. PANFAGO. Eccovi la mia fede di osservarvi fedelmente la mia fede. PIRINO. Fa' che non t'esca di bocca.

Vi fidate de me de danari, argenti e gioie, e non potete fidar parole o secreti? DON IGNAZIO. Ho celato il desiderio del mio cuore in sino alla camicia che ho indosso; ma or son risoluto fidarmi di te, cosí per obligarti a consigliarmi ed aiutarmi con piú franchezza, come per isfogar teco la passione. Ma un secreto grande sia custodito da te sotto sincera fede de un onorato silenzio.

E all'accennar di no del bandito, per provargli che si potevano fidar pienamente di colui, Sciaverio, si fece a tesserne l'elogio. Era un furbo matricolato, vecchio nell'arte.... amico degli amici, e che sapeva tener la bocca cucita. Reggeva il sacco ai contrabbandieri, favoriva i picciotti che andavano per il mondo, e li trattava bene quando capitavano nella sua torre.

Vi basti sapere che vi stimo di più, ed anche sento di potermi fidar meglio a voi. Vedo in pari tempo che i segreti del re sono più custoditi ch'io non potessi sperare. Il capitano Fiesco non aveva capito come e perchè gli si potesse far merito dall'accenno alle Fiandre: non capì che cosa significasse il segreto del re, così ben custodito.

DON FLAMINIO. Risoluzione? ché l'indugio è pericoloso e il pericolo sovrasta. LECCARDO. Son risoluto servirvi piú volentieri che non sapresti commandarmi, e avvengane quello che si voglia: sète mio benefattore. DON FLAMINIO. Avèrti che avendomi a fidar di te tu sia di fede intiera. LECCARDO. Interissima: non mai l'ho rotta perché non mai l'adoprai.

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