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Aggiornato: 15 maggio 2025
Anche la signora moglie profitta di questo matrimoniale intermezzo, per cento atti e vezzi che non riguardano punto il suo annoiato compagno. Si prova due o tre volte sul cuscino; si rassetta la veste, perchè non istia troppo tirata, e perchè faccia agli occhi dei riguardanti un bel partito di pieghe; d
68 Con quella festa il paladin la piglia, ch'un altro avrebbe fatto una donzella: le rassetta le redine e la briglia, e spicca un salto ed entra ne la sella; e correndo la caccia molte miglia, senza riposo, in questa parte e in quella: mai non le leva né sella né freno, né le lascia gustare erba né fieno. 69 Volendosi cacciare oltre una fossa, sozzopra se ne va con la cavalla.
86 Però ch'avendo tutto quel rispetto ch'a buon cavallo dee buon cavalliero, a quel suo bello e buono, ch'a dispetto tenea di Sacripante e di Ruggiero; vedendo per duo giorni averlo stretto più che non si dovria sì buon destriero, lo pon, per riposarlo, e lo rassetta in una barca, e per andar più in fretta. 87 Senza indugio al nocchier varar la barca, e dar fa i remi all'acqua da la sponda.
Ogni arte, ogni scamoffia aveva usata per far di matrimonio mercanzia; ma ognun la fugge come spiritata e come la beffana od un'arpia. La favola s'è resa della piazza: non v'è piú caso ch'ella faccia razza. La tossa è insuperabil, la febbretta era una lima sorda quotidiana; tal ch'ella finalmente si rassetta ad una santitá bizzarra e strana.
LISTAGIRO. Io son forzato, poi che ti veggio esser cosí magnanimo. Mi vo' fidar di te. Le bolge e i libri ch'oggi ti lasciai in man...? PILASTRINO. Son ben qui presso. LISTAGIRO. Ordina, adunque, come t'ho insegnato, ogni cosa ivi in terra. Truova i cuori di colombi e di gufi; e ben rassetta tutti quegli instrumenti e quei sacchetti e libri; e fa' da te quella orazione.
Un laico un suo ronzin con la bardella rassetta, in fin che gli altri fan l'amore. Filinor sprona, e a lanci via n'andava; il laico d'un trotton lo seguitava. Lasciamgli andar, ché poi li troveremo. Io so che nel pensier Marfisa avrete, e come giunta ell'era al caso estremo nel monastero vi ricorderete. Parve per qualche dí d'un cervel scemo.
Né si curava di freddo o di fame, per le servite, o di piogge o di venti, ed ogni stravaganza sofferiva, anzi lodava, anzi pur benediva. Spesso con esse alla lor tavoletta si ritrovava e mai non stava fermo. Or tien lo specchio, or fiorellin rassetta, e le guatava che pareva infermo. E poi diceva piano: Oh benedetta! oh occhi! oh bocca! omè, non ho piú schermo, so dir ch'io ardo sin nella midolla.
Parola Del Giorno
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