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Ora, date le debite proporzioni fra l'impero di un Bonaparte e quello di una brillante Baronessa, può essere che l'ouff di Giuliano rappresentasse del pari un sospirone di sollievo. Può essere che egli avesse preventivamente desiderato di lanciarlo così ai quattro venti; può essere che, entrando schiavo in quel tepido gabinetto, egli avesse in animo d'uscirne libero; può essere che la perifrasi gentile, destinata a velare l'odiosit

Non m'hai detto tu stessa qualche volta che sono destinata ad essere la sua sposa? Certo disse la madre ma se vuoi che egli prenda molta stima di te, è necessario.... Ch'io finga di non volergli bene? interruppe l'Elisa.

La fanciulla stava, tutta grave, raccolta a un suo leggiadro lavoro di uncinetto; un gran lavoro, del quale non lasciava ad alcuno vedere il disegno complicato, del quale non diceva ad alcuno lo scopo, attendendovi instancabile; sebbene Emilia avesse compreso che l'opera paziente era destinata a lei.

Senonchè, v'è da opporre che il paziente traduttore probabilmente pensava che se lo Spirito Santo, inspiratore, secondo la Chiesa, dei libri sacri, non credeva sconveniente diffondersi in quegli audaci particolari, tanto più ciò poteva essere permesso ad un poeta pagano che voleva fare soltanto opera di poesia, e non collaborare ad una raccolta destinata ad essere il testo sacro della religione ebraica e del futuro cristianesimo.

Appendice N. I. Fino dal 1846 Cesare De Laugier, il condottiero futuro de' Toscani alla guerra dell'indipendenza, co' torchi del Fumagalli aveva stampato a Firenze i Documenti intorno a Garibaldi e la legione italiana a Montevideo; e in Toscana, per opera sopratutto di Carlo Fenzi e di E. Cesare Della Ripa, era stata aperta la sottoscrizione per offrire una spada d'onore al prode soldato. La eseguí con molta bravura Francesco Vagneti, e può vedersene il disegno nel Mondo illustrato di Torino (ann. II, N. 19, sabato 13 maggio 1848), insieme con la descrizione che ne fece Luigi Cicconi, intitolata: Spada destinata in dono a Giuseppe Garibaldi. Anche lo stesso autore, il Vagneti, ne fece una descrizione: cfr. La spada che l'Italia destina al general Garibaldi, nella Rivista di Firenze, N. 64, del 21 giugno 1848. Garibaldi fin da quando era in America vagheggiava di ridursi in Toscana, e di pigliarvi servizio co' suoi compagni d'arme. Si rileva da questa lettera del Console di Montevideo a Genova, scritta il 5 marzo del '48: «L'altro «giorno giunse a Genova la moglie del generale Giuseppe Garibaldi con i suoi tre figli. Il Garibaldi a quest'ora ha lasciato Montevideo per venire in Italia con una parte della sua legione. Qui si fece una dimostrazione alla sua moglie appena giunse, e le venne presentata una bandiera tricolore, che accettò piangendo e gridando: viva l'Italia e gl'italiani. Domani l'altro essa partir

Ma non appena uscita dalla camera, traversando il gran salotto centrale, Emilia s'aggrappò a un mobile. Libera di naufragare nella disperazione ampia, senza difese, ella vedeva immancabilmente certa la soluzione; era destinata a seguitar tutta sola la sua strada, poichè la compagna le sarebbe caduta al fianco fra breve. E per una satanica raffinatezza della fantasia, una folla di episodii rosei le corse incontro; e per malvagia associazione d'idee, ella ricordò alcune pagine lette sbadatamente o alcuni discorsi distrattamente ascoltati sulla legge di selezione, sulla matematica necessit

Erano così corsi tre giorni dalla cattura del Palavicino; alla torre della Piazza de' Mercanti batteva la campana del mezzogiorno, e in quell'ora destinata dagli artigiani al riposo, molti di questi, dalla contrada Marsia, da quella di Pescheria, da quella dei Fustagnari, degli Orefici, e dalle altre che ricevono il nome delle arti diverse, venivano ad unirsi sotto al Coperto dei Figini per raccogliere altre novit

Giunto in Abissinia, l'Abuna vi resta come capo supremo della chiesa, durante tutta la sua vita, dimora presso il re od in Axum, e per appannaggio gli è destinata una delle più ricche province, più un tanto da ogni chiesa che sta sotto la sua giurisdizione. All'epoca di cui narriamo le vicende, mancava in paese questa autorit

Era una domenica di luglio, non più di una settimana dopo l'incontro fatto di quel suo nemico; e in compagnia appunto del vecchio Lorenzo e di un altro giovinetto artigiano, col quale cominciava ad usare amicamente, aveva pensato fare un po' di festa, andando a merendar con loro fuor della porta Ticinese, in quella vecchia osteria che la tradizione del popolo ha destinata a luogo prediletto di gran ritrovo, in certe epoche dell'anno, e singolarmente nella festa di san Cristoforo.

La mia donna, al servizio delle suore! destinata a servire quella turba di giovani donne ingannate e di rantolose vecchie volpi! Ve la darò io, dissi tra me, una serva di quella tempra e, per Dio!, questa volta il diavolo si porta via il vostro convento e quante vecchie pettegole racchiude.