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Non parla poichè ha scorno! Noi le facciamo scorno, si capisce! Non è avvezza, la santa donna! Fece un altro passo. E posò la mano sulle braccia conserte della suora. Sporse il capo. L'affisava muta. Ti secca, non è vero? Hai ragione. Delle suore tra le omicide, le ladre, le male femmine!... Incrociò le braccia anche lei.

Mario Molte spese, però. Clelia Mario E le Suore te l’hanno venduto per.... Clelia Ma guarda: per la prima volta bisogna transigere. Tutto sta a mettersi in carreggiata... Vedrai, vedrai che quattrini! Mario , , vedrò. E che altro hai fatto? Clelia

Venivano a cercare il miracolo da ogni lontananza della terra cristiana; camminavano in lunghi reggimenti, con abiti scuri, con facce devote, a passi lenti, seguendo le insegne dell’Ordine al quale appartenevano. I malati erano stesi nelle barelle, seduti nelle portantine, che a forza d’omeri sorreggevano i penitenti lettighieri; ogni gruppo li custodiva con gelosia, come preziose reliquie, nel compatto nucleo del pellegrinaggio. Queste fanatiche schiere di credenti avevan con talvolta il loro Vescovo, talvolta un umile parroco; poi tutto uno stuolo di preti minori, dame della Misericordia, medici, suore di carit

Per certe donne l'amore non è che una forma più squisita della compassione: danno il loro cuore per un sentimento affine a quello per cui si farebbero suore di carit

Sul pozzo che non s'usava più e sulla cui bocca era stata posta una tavola, tre o quattro delle recluse erano saltate in piedi, per veder meglio. E a un tratto, nella folla, avanzando, le suore apparvero e si raccolsero in un silenzioso gruppo, di faccia al pozzo. La superiora balbettò: Figliuole... Gli urli copersero la sua voce.

Al ragionar furente di Marfisa, bizzarro ed empio e scandaloso e forte, disse all'altre sorelle in questa guisa e alla badessa, c'ha le luci torte: Suore, scorgete mai ch'ella è divisa dal pensar dritto? usciamo delle porte, e lasciatela in pace, ché i rimbrotti fan mal peggiore ne' cervei corrotti.

La monachella che a notte balzò esterrefatta dal letto, che si rannicchiò pudibonda sull'inginocchiatoio, storcendo le braccia, le quali nel sogno erano aperte ad abbracciare cupidamente, la monachella che supplico: Vade retro! al mattino, suonando l'organo ad onore della Madonna, trovò dolci armonie, che le suore dissero: Pare santa Cecilia! Non era santa: era innamorata.

Ci mettemmo a sedere sotto un finestrone onde una gran luce pioveva nella sala. Erano le 9 della mattina e lo spedale faceva la sua toeletta, pieno d'un gran chiacchierio che s'intrecciava fra i letti, arrivava con gl'inservienti, usciva dalla stanza delle suore, per l'uscio socchiuso. Una vecchia suora, inforcati gli occhiali, scriveva in un gran libro squadernatole innanti, sulla tavola.

Io stesso aveva troncato le comunicazioni col convento e me ne servivo per introdurmivi a tutte le ore, e devo confessarlo a detrimento del pudore delle giovani suore dalle quali ero adorato. Lunga sarebbe la storia delle gelosie della badessa, che furba com'era s'era accorta della mia predilezione per le più giovani e molte volte l'avevo trovata in una irritazione tale da mettermi paura.

Tra le suore dello spedale X.... ho conosciuto, tempo fa, Suor Carmelina, una giovane donna sottile e bianca, bianca come una Vergine di cera, pallida come un'ostia nell'ombra. I malati la chiamavano la santarella; ella sorrideva sempre, parlava sempre sottovoce, pronunciava s la z e tratto tratto diceva a' malati: Benedeto! Benedeto da Dio!