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MALFATTO. E me disse ancora che voi sète un poltrone. PRUDENZIO. Vade ad furcas, prosuntuoso. CURZIO. Oh che piacer è questo! PRUDENZIO. Io multum miror che la Eccellenzia Vostra abbi machinato contro di noi alcune parole ingiuriose come un seminario di mali. CURZIO. Io non so che cosa ve abbiate. PRUDENZIO. Dico che non convenit ad uno experto viro laniare el prossimo.

La monachella che a notte balzò esterrefatta dal letto, che si rannicchiò pudibonda sull'inginocchiatoio, storcendo le braccia, le quali nel sogno erano aperte ad abbracciare cupidamente, la monachella che supplico: Vade retro! al mattino, suonando l'organo ad onore della Madonna, trovò dolci armonie, che le suore dissero: Pare santa Cecilia! Non era santa: era innamorata.

PRUDENZIO. Dilli che venghi statim, ché l'aspettamo a prandio. MALFATTO. ; misser . PRUDENZIO. E che verrá tempestive. MALFATTO. Ve possa cader sul capo la tempesta! PRUDENZIO. Vade cito et rede. MALFATTO. Me voglio metter a correre acciò che non me veda. PRUDENZIO. Non odi, no? El poltrone, agricola, foditore, rustico ha passato el domo e non l'ha postulato.

E poi rimane ancora dell'altro; per esempio, la coscienza; La buona compagnia che l'uom francheggia Sotto l'usbergo del sentirsi pura. Vedi dunque di dormire un paio d'ore, e che non venga più il maligno a darti noia. Anzi, prima di andarmene, ti fo un bel crocione sull'uscio. Vade retro, Satana; qui si vorrebbe schiacciare una dormita.

Giovanni di Scòrdio reggeva sul braccio destro il nuovo cristiano e nella mano sinistra il simbolo del fuoco divino, con un'attitudine semplice e grave, guardando il sacerdote che recitava la formula. Egli avanzava di tutto il capo gli astanti. Nessuna cosa d'in torno era candida come la sua canizie, pure la veste dell'Innocente. Vade in pace, et Dominus sit tecum. Amen.

E questo aggiunse con un gesto di ripulsione, con cui pareva dicesse le parole sacramentali degli esorcisti: Vade retro Satana! Suonava appunto la mezzanotte, nel momento in cui Petronio rinserrava coi chiavistelli la segreta, ove era rientrato Tognetti. È mezzanotte! disse il cancelliere, sollevando per la prima volta la punta del naso dalle sue carte, e guardando il suo principale.

PRUDENZIO. Vade ad furcas. MALFATTO. Te venga pur a voi. Ha' visto che bella cosa, che non vol ch'i' canti? LUZIO. Come se declinano le coregge, mastro? PRUDENZIO. Hoc: crepidum, crepidi. LUZIO. «... ego tiro crepida». MALFATTO. Che diavolo descrezione è la vostra? Tutto oggi volete parlare voi. PRUDENZIO. S'io piglio un lapide, te farò... E tu fa' ch'un'altra volta non me meni tanto el capite.

A te, caro Pietro, posso dir tutto: passar vicino ai milioni, come ci sono passato io, oggi, e uscirne completamente incolume, è una grande soddisfazione! Gli occhi di Matteo Cantasirena luccicavano, pieni di lacrime: si commoveva. Vade Retro Satana!... E si confidava anche a Numa accosciato vicino al fuoco e che lo fissava sospettoso, arricciando il muso e dirizzando il pelo.

Tu non comprendi dunque questa lingua, tu? Puff! per chi mi prendi tu dunque, pagliaccio? La lingua di Voltaire e dei giacobini! Vade retro satana! Io sono un pio cattolico e non un empio rivoluzionario come tu.